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venerdì 15 febbraio 2008

Ritornare a respirare a Vicenza!

Nell'ambito dell'importante iniziativa Kyoto Fisso! è utile soffermarci su un problema di casa nostra.

Vicenza è al centro della Pianura Padana, la terza area più inquinata del pianeta. Bisogna partire da questo presupposto per capire quanto importante sia la tematica ambientale nella nostra città e nella nostra provincia. I problemi sono molteplici e vorrei soffermarmi sulla qualità dell'aria e più in particolare sul problema delle PM10, quelle piccole particelle presenti nell'atmosfera e nettamente aumentate dai processi di combustione prodotti a livello industriale, per il riscaldamento delle abitazioni e soprattutto per quel che concerne il trasporto su strada (freni, gas di scarico).

Ciò che ci impone una riflessione è il preoccupante dato nella nostra città. Nel 2007 siamo stati la terza città d'Italia per giorni in cui è stato superato il limite delle PM10. 140 giorni, un terzo dell'anno in cui respirare in Viale Roma o in Viale D'Alviano era pericoloso. Eppure i vicentini respirano, quindi si ammalano più facilmente... Secondo un'indagine dell'OMS una morte ogni 200 nelle più grandi città del mondo è dovuta alle PM10.

In primo luogo guardiamo ciò che il comune di Vicenza ha fatto nei 10 anni di amministrazione Hullweck: a parte la lodevole iniziativa di Veloce, furgoni elettrici che trasportano merci agli esercenti della città, dal punto di vista delle azioni concrete per dare un'alternativa all'utilizzo dell'auto e per educare ad un atteggiamento ecologico non è stato fatto nulla.

Partiamo dai dati per proporre alcune soluzioni. Secondo dati del 2005 del comune di Vicenza il traffico su strada pesava per l'inquinamento per il 28%. Un dato che indica l'importanza di alcune misure volte alla diminuzione delle polveri sottili agendo su di un uso minore e più responsabile dell'auto.

Partendo dal presupposto per il quale l'auto è usata, secondo una media mondiale, circa 2 ore al giorno di cui 25 minuti sono passati a cercare un posto dove parcheggiarla, si capisce l'importanza di un buon servizio di trasporto pubblico. Non si deve pensare ad un'utenza basata solo su anziani, studenti e migranti, ossia a chi non può usare un mezzo privato. Bisogna porsi l'obiettivo di rendere competitivo il mezzo pubblico rispetto all'auto. Per renderlo competitivo bisogna che sia un servizio frequente, che colleghi bene le zone nevralgiche della città e che non sia così costoso come è oggi (prezzo più alto in Italia, 1,10€ ). A questo proposito serve una totale revisione di AIM trasporti con autobus meno inquinanti, linee adatte ai cambiamenti sopraggiunti in città, ossia circolari e non solo radiali, dato che la città non ha più tutti i servizi nel centro storico ma dislocati in tutti i quartieri (si pensi ai supermercati, ai centri commerciali ma soprattutto al futuro posizionamento di università, tribunale e alla posizione, oggi, delle piscine o del palazzetto dello sport). Servono, inoltre, corse più frequenti e collegamenti efficienti con un hinterland che questa città sembra essersi dimenticata di avere. Serve una diminuzione del prezzo del biglietto che può essere realizzabile già per il semplice fatto che un servizio ammodernato verrebbe utilizzato da un'utenza più ampia dell'attuale. Si potrebbe però riflettere anche su un ampliamento dei parcheggi di interscambio, un aumento dei prezzi dei parcheggi in centro o, infine, con campagne di educazione all'utilizzo del mezzo pubblico.

Come seconda politica per favorire un utilizzo minore dell'auto e quindi al fine di diminuire l'inquinamento dell'aria è quella della costruzione di piste ciclabili e di costruzione di un sistema di affitto di bici sul modello di altre città italiane come Ferrara e (a breve) Milano. Un cittadino potrà utilizzare una bici per il tragitto che gli serve e lasciarla dove arriva, in apposite rastrelliere e con una carta elettronica personale. Un sistema innovativo da realizzare dopo aver realizzato un adatto sistema di piste ciclabili.

In ultima istanza è utile riflettere sul fatto che il 12% dell'inquinamento per le PM10 deriva direttamente dagli impianti di riscaldamento, il più delle volte vecchi. Serve quindi un'operazione ampia che pubblicizzi le politiche ambientali della recente finanziaria ed incentivi rapidamente la sostituzione delle caldaie superate con nuove caldaie meno inquinanti.

Sulla base della formazione, dell'impegno nell'imitare ed innovare, una notevole riduzione del livello delle PM10 e un buon miglioramento della qualità dell'aria sono possibili. Qui in città si va a votare fra poche settimane. Speriamo che il futuro sindaco, auspicabilmente del Partito Democratico, sappia valorizzare la spinta dell'ambientalismo del fare, ossia quello della tecnologia, della progettualità e della concretezza. E' una speranza per tutti i cittadini di oggi e di domani.

Kyoto Fisso


Per i Giovani Democratici del Veneto il risparmio energetico “è un Kyoto fisso”. Per questo hanno deciso di lanciare, in tutte le province venete, una campagna informativa rivolta sia agli amministratori locali che a tutta la cittadinanza.

«Per noi è fondamentale aprire un dibattito sui temi dell’ambiente e della sostenibilità, ambito fondamentale della politica del Partito Democratico – spiega Filippo Silvestri, coordinatore della campagna – Crediamo che il Protocollo di Kyoto debba essere considerato un patrimonio comune, al di là di ogni appartenenza politica, perché la sfida dello sviluppo sostenibile è una sfida che dobbiamo vincere tutti assieme.»

Il 15 e il 16 febbraio, anniversario dell’entrata in vigore del protocollo di Kyoto, i Giovani Democratici scenderanno dunque in molte piazze del Veneto, a partire dai capoluoghi di provincia, con dei gazebo per sensibilizzare i cittadini sui temi dello sviluppo sostenibile. Oltre a materiale informativo (il decalogo per il risparmio energetico), regaleranno ai passanti lampadine a basso consumo.

Tra le iniziative della campagna “È un Kyoto fisso”, l’invito che i Giovani del PD hanno rivolto agli amministratori veneti, tramite l’invio di una lettera, ad aderire alla campagna europea “M’illumino di meno” promossa da Caterpillar, che consiste nello spegnere le luci degli edifici pubblici, dalle 18 alle 19 di domani.


Il coordinamento vicentino ha organizzato iniziative nelle piazze di Vicenza, Bassano, Schio, Arzignano e Valdagno. Per maggiori informazioni... questo pomeriggio ;)


il cannocchiale

lunedì 11 febbraio 2008

Vicenza Democratica c'è!

Vicenza Democratica ha risposto. In città di Vicenza 1212 persone sono andate a votare per le primarie per la costituzione dei circoli e per integrare il coordinamento provinciale. Oltre il 20% dei votanti del 14 Ottobre è tornato alle urne per sostenere il partito nuovo.
Io ero candidato al seggio del centro storico. In realtà non ho corso molto nè per me nè per gli altri per via dell'esame incombente (fatto questa mattina), dell'impegno per l'iniziativa di ascolto dei cittadini del centrosinistra vicentino (inizio campagna elettorale), nel cercare altri candidati per completare delle liste molto difficili da riempire - non tanti volevano entrarci.
Alla fine se non fossi riuscito a candidare all'ultimo due ottime signore come Roberta Tescari e Alessandra Sala in centro storico avremmo rischiato di eleggere persone con 0 preferenze. Posso quindi dire di essere soddisfatto.
Per quanto mi riguarda ho ottenuto 13 preferenze su 189 votanti in centro storico e la cosa mi soddisfa considerando che mi sono attivato Venerdì pomeriggio nel cercarle.
Per concludere sono molto contento per il gigantesco successo dei candidati giovani: Stefano Poggi (16 preferenze alla 6), Samantha Pegoraro( 10, sempre alla 6), Giuseppe Peronato (10 alla 5) Giulia Turra (7 alla 5) e infine due ragazzi giovani candidati alla 4 ossia Giacomo Bez e Giulia Priante.
Ma chi ha ottenuto uno dei massimi nel numero di preferenze per i circoli e per il provinciale è il caro amico Giacomo Possamai. Ha fatto una signora campagna elettorale e ha ottenuto 34 voti per il circolo (piu votato) e 131 al provinciale.
Su questo secondo dato è da sottolineare la convergenza fatta da molti amici e molte amiche di un'area di giovani che ha puntato su Giacomo e che gli ha permesso di arrivare terzo dopo l'eterno Marino Quaresimin e l'ex segretario cittadino Ds Antonio Marco Dalla Pozza.

Adesso abbiamo da partire con il radicamento vero, ossia l'azione nel territorio di questi circoli appena eletti. Sarà un lavoro di consolidamento del progetto e di ascolto dei cittadini. Dobbiamo pensare ad un partito che sappia essere veramente aggregatore di domanda politica, di progettualità e di valorialità. E allo stesso tempo sappia essere lieve, come la politica di cui parla Veltroni, ossia non cerchi l'accaparramento del potere ma miri concretamente a fare politica per e con i cittadini.

Per un ragionamento sul provinciale nel sito del pd vicentino

domenica 3 febbraio 2008

Vicenza riparte dai giovani!

Da dieci anni Vicenza è una città bloccata, seduta su se stessa, immersa nello smog, incapace di innovarsi e rinnovarsi. Dobbiamo reagire, dobbiamo liberare le energie nascoste di noi vicentini. E' un dovere perché è nostro compito immaginarci la città del domani, la città in cui vivremo.

Fra pochi mesi Vicenza voterà un nuovo Sindaco e un nuovo Consiglio Comunale. Per questo motivo noi giovani lanciamo un forum delle nuove generazioni, uno spazio di dibattito aperto in cui tutte le giovani e i giovani potranno esprimere la propria idea di città, le proprie proposte per il cambiamento.

Un'occasione per immaginare, insieme, la Vicenza del futuro.

Venerdì 8 Febbraio, alle ore 16.00, a Villa Lattes

(sede della Circoscrizione 6 - Via Thaon de Ravel 44)


Per maggiori informazioni: Enrico (3401433165), Davide (3472609191), Stefano (3490940434), Niccolò (3497623324), Giacomo (3492252060)

0444.323547 info@vicenza2008.it www.vicenza2008.it


domenica 6 gennaio 2008

Finiscono le feste, inizia la campagna elettorale?

Il direttore del giornale di Vicenza quest'anno ha, a vostra scelta, mangiato un cattivo panettone o passato delle vacanze poco serene.
Nell'ultimo giorno di vacanze, infatti, mentre i cittadini si riversano nelle piazze a cercare il colpo grosso nei saldi di fine stagione, lui è costretto da qualche potente forza e/o da qualche passione di cui ignoro l'origine ad attaccare il Partito Democratico e uno dei più probabili candidati dello stesso alle elezioni comunali, ossia l'ottimo Achille Variati .

Argomentazioni abbastanza futili, per la verità, dato che sostiene che un dirigente politico locale che si spende contro una decisione piovuta da Roma debba dimettersi dal proprio partito per via di una posizione non condivisa con il partito politico a livello nazionale.


Antonacci scorda completamente che le vecchie dirigenze dei Ds e della Margherita, a livello cittadino e provinciale, hanno sostenuto il No alla costruzione della base americana, con poche (non lodevoli) eccezioni.

Dal Partito Democratico Vicentino, quindi, dovrebbero dimettersi tutti, ad esclusione forse di qualche suo amico? Mi pare sia un azzardo una dichiarazione di questo tipo perchè fa scoprire, a chi un attimo conosce come funziona questa città, in modo palese volontà, idee e posizioni politiche di alcuni gruppi di pressione che nel territorio berico mi pare abbiano proprio deciso di oltrepassare un certo livello con un'arroganza un pochino esagerata.


Potete trovare il comunicato stampa dei Giovani Democratici sul tema al seguente link.

Per leggere l'editoriale di Giulio Antonacci in cui viene criticata la posizione di Achille Variati in merito alla vicenda Dal Molin e per commentarlo potete cliccare qui .

giovedì 20 dicembre 2007

E' nato a Vicenza, primo in italia, il coordinamento provinciale provvisorio dei giovani democratici

Ieri sera, 19 Dicembre 2007, si è riunito a vicenza per la prima volta e per primo su tutto il territorio nazionale il coordinamento provinciale provvisorio dei giovani del partito democratico composto da 11 giovani, 4 ragazze e 7 ragazzi, di età compresa tra i 14 ed i 30 anni provenienti da tutto il territorio provinciale.

Durante la prima riunione sono stati affrontati diversi temi e come prima cosa si è avviata l'organizzazione delle "primarie dei giovani" che si svolgeranno il 21 marzo e con le quali si eleggeranno gli incarichi del giovanile.

I componenti del coordinamento provvisorio sono: elisa cavalli (21), giulia turra (19), elena mauro (19), elisa valentina carollo (), giacomo possamai (17), alberto trivelli (17), stefano poggi (17), enrico peroni (20), marco busetto (24), alessandro zaffonato (23).

E' stato creato per favorire la discussione con quanti saranno interessati a partecipare a questo processo un gruppo raggiungibile all'indirizzo: groups.google.com/group/giovanidemvicentini

Per maggiori informazioni clicca qui

mercoledì 19 dicembre 2007

Dialogando...

Sono stato nominato coordinatore della commissione atta a discutere di valori nei giovani democratici veneti. Il tema è sicuramente vasto e complicato e domani sera, in cui ci sarà la prima riunione e il primo scambio di idee e progetti, dovranno essere definiti i principi generali dello Statuto regionale e predisposti alcuni passaggi atti alla costituzione di lavori tematici, assemblee aperte o altre strutture simili.

Ho pensato a lungo in queste settimane a come strutturare la commissione ma soprattutto a quali siano i valori di fondo condivisi ed importanti nella tradizione politica che il Partito Democratico Veneto vuole interpretare.
Ho individuato alcuni aspetti importanti:
1. Il recupero dell'identità veneta grazie alla riscoperta della tradizione solidaristica e caritetevole figlia del cattolicesimo. Lo dico da non cattolico, a mio parere con il miracolo economico si sono persi diversi aspetti del vivere insieme.
Un processo che ritengo positivo come la secolarizzazione, evidente da diverse indagini sociologiche, ha prodotto nella società un fenomeno di scollamento e di segmentazione più gravi e più marcate che in altre zone. L'individualismo assoluto tipico della modernità e tipico anche del nostro veneto odierno stride con una società che fino a venti anni fa si costruiva su un forte senso di comunità. Dobbiamo necessariamente recuperare questo senso passando dal tessuto sociale ancora florido dell'associazionismo che è particolarmente florido qui (anche in ambiti assolutamente non cattolici) per la mancanza di un modello welfaristico nella mentalità veneta e l'esistenza, invece, di un modello solidal-caritatevole. In un qualche modo tutte le associazioni, perfino l'UAAR, funzionano bene in veneto perchè la nostra comunità funzionava su un forte associazionismo cattolico ben rodato. Il modello, in sostanza, ha resistito ed è lo spazio da cui ripartire.

2. L'importanza dell'impresa veneta in un contesto globalizzato. E' necessario togliere i vituperati lacci e lacciuoli alle nostre imprese. Va fatta, gradualmente, un'opera di continua liberalizzazione. Dal punto di vista valoriale è necessario recuperare la voglia di esprimere innovazione, di sperimentare, di scegliersi fette di mercato inesplorate. E' questa curiosità il valore vero di un veneto, del veneto che ha costruito il proprio miracolo economico. Possono sembrare semplici parole ma al centrosinistra veneto è mancato in questi anni il paio di occhiali giusto per leggere l'economia veneta. E' ora che questi occhiali vengano messi e per questo una riflessione sul modello di occhiali mi pare più che adeguata.

3. Ambiente e sviluppo sostenibile. E' fondamentale parlare di un tema che a livello globale ci si rende conto essere ormai paradigmatico per il futuro del pianeta stesso. Dobbiamo ragionare su investimenti, su tutte le tecnologie (dalle passiv-house agli impianti per produrre energia rinnovabile, ecc) oggi realizzabili in cui basterebbe l'impegno politico e in cui manca la reale volontà di cambiare, di investire sul nostro futuro. Come giovani dovremmo essere particolarmente interessati a tutto questo e spingere.

4. La laicità come approccio metodologico sereno alle questioni, senza pregiudizi e senza volontà di imposizione. In particolare sull'aspetto della laicità va sottolineato, a mio parere, come sia necessario adottarla come metodo per risolvere veramente le questioni spinose, cercando di guardare la realtà e cercare di risolvere i problemi reali, concreti, seri.
E' legata all'idea di laicità la tematica della liberazione del cittadino da ogni discriminazione. E' una sfida che Vattimo direbbe vincibile con il pensiero debole moderno. Eppure la sfida per cittadini che possano vivere senza razzismo, omofobia, violenza è una sfida di tutti. E' la sfida dell'uomo moderno e maturo.


Ho riassunto alcune questioni, spero di approfondirle tutte al meglio ^_^

venerdì 14 dicembre 2007

Crescono i giovani democratici di Vicenza

Oggi c'è stata la prima riunione in vista delle comunali dei giovani democratici di e PER Vicenza.
Di seguito il comunicato stampa:

Diverse ragazze e diversi ragazzi si sono impegnati attivamente in città per la campagna elettorale per le primarie del 14 Ottobre e da quello straordinario giorno di passione politica è nata la volontà di costruire uno spazio nostro, di giovani democratiche e democratici, in cui confrontarci per il futuro della nostra città.

A tre mesi di distanza, Venerdì 14 Dicembre, abbiamo iniziato un processo che mira a costruire un progetto concreto per le elezioni comunali della prossima primavera.


Un processo che sia aperto e libero, un processo che si nutra delle esperienze del maggior numero di giovani vicentini. Per questo motivo abbiamo pensato a lanciare una serie di iniziative: la creazione di una mailing list a cui ci si può iscrivere scrivendo alla mail giovanipervicenza@gmail.com , la riattivazione del blog giovanipervicenza.blogspot.com e soprattutto una giornata di confronto e proposta delle giovani e dei giovani per la città di Vicenza, Mercoledì 9 Gennaio 2008.


Una data che deve essere lo spazio per poter proporre quali sono le nostre necessità per realizzare una città diversa, per realizzare un cambiamento dopo anni di politiche giovanili inesistenti. Ci sono tanti temi cari a noi giovani che saranno discussi: dall’ambiente agli spazi pubblici, dalla mobilità ad una città che sappia essere aperta, dinamica, moderna, europea.

mercoledì 12 dicembre 2007

Il federalismo e il centrosinistra

Paolo Giaretta, Segretario Regionale del Partito Democratico, ha detto con chiarezza che " nel nostro Paese le forze autenticamente federaliste, anche a livello nazionale, stanno nel centrosinistra".
Sono felice che il mio Segretario, che ho votato rassicurato dal suo percorso politico e dal suo profilo personale, abbia deciso di indicare chiaramente il fatto che a suo modo di vedere il federalismo è un tema centrale dell'azione politica ed amministrativa del nostro partito.
Non è un passaggio banale in quanto a livello generale tutti si professano portatori del federalismo e di un processo di decentralizzazione ma concretamente il centrodestra decide tra Roma e Arcore le proprie candidature nelle città principali venete, anche perchè la classe politica locale leghista, forzista e aennina gareggiano a intrattenere i propri rapporti al meglio possibile con i propri leader, convinti che sia solo questo il modo di riuscire ad imporsi a livello coalizionale e locale.
C'è, invece, bisogno di un profilo autonomo nella gestione dei propri partiti. Questo è un prerequisito per partiti realmente autonomi nella proposta politica, altrimenti sempre condizionata da Roma. Dobbiamo smetterla, come diceva Letta in campagna elettorale, di domandarci "cosa succede a Roma?" e agire agire agire liberamente.
E' questo l'unico modo per prendersi un'indipendenza che altrimenti non ci verrà mai data. Questo vale per il partito e per la giovanile e in Veneto siamo riusciti da quando esiste il PD a rompere la logica imposta da Roma per il Segretario e a scegliercelo autonomamente e a livello di giovani abbiamo avviato il processo costituente prima delle altre regioni, senza aspettare i diktat. Quando questi sono arrivati ci siamo adeguati salvando il prezioso lavoro di rafforzamento e di costruzione politica fatto da Ottobre ad oggi.
Il Partito Democratico Veneto, per diversi motivi, quindi, si sta stagliando come forza autonoma all'interno del Partito Democratico, prendendosi il titolo di giocare come forza federale al di là delle scelte che verranno fatte nello statuto a livello nazionale. Questo rende il partito autonomo e quindi capace di giocare una partito autonomista e federalista senza dover aspettare la chiamata di Silvio Berlusconi (vedi il falso federalismo forzista) o di Bossi.
Il Partito Democratico Veneto sarà così un partito veramente dei veneti e non un partito delle proposte romane per i veneti, come sono gli attuali partiti del centrodestra e probabilmente i vecchi partiti del centrosinistra.

domenica 14 ottobre 2007

Il 14 Ottobre vota Enrico Letta

Carissimi,

il 14 ottobre si vota, in tutta Italia, per le primarie del Partito Democratico. Con il nostro voto possiamo scegliere il primo leader di questa nuova forza.

Mai, prima d’ora, una scelta del genere è stata fatta in modo così democratico. Per la prima volta possono votare anche i sedicenni e i cittadini migranti regolari.

Ho scelto di sostenere e di candidarmi nelle liste a supporto di Enrico Letta, perché è tempo di una nuova generazione. Enrico, il più giovane tra i principali candidati, la rappresenta. Così come la rappresentano i candidati delle sue liste, quelle che schierano, anche a Vicenza, il più alto numero di giovani tra i candidati.

Ho scelto Letta per il suo linguaggio chiaro, per le sue idee concrete, lontane anni luce dallo stile noioso e pesante di una classe politica vecchia e incapace di stare al passo con le novità del nostro tempo.

C’è bisogno di qualcuno che realmente sappia interpretare i tantissimi cambiamenti della nostra società e sappia dare risposte adeguate e al passo con i tempi.

La nostra è la generazione che vuole più libertà, maggiori opportunità per il proprio futuro, diritto di decidere e di contare.

Per saperne di più sul perché del mio sostegno ad Enrico Letta (versione lunga) (versione corta) , se invece vuoi leggere quello dei giovani di Vicenza clicca qui.

Il futuro ci appartiene. E il momento di prendercelo è questo.

Enrico Peroni


MAGGIORI INFORMAZIONI

Per votare, devi recarti al seggio della tua zona che puoi trovare sul sito www.partitodemocatico.it con un documento valido e la tessera elettorale. Per i cittadini migranti e per i ragazzi tra i 16 e i 18 anni basta un documento di identità.

Per maggiori informazioni visita il sito di Enrico Letta , il sito dei vicentini che sostengono Letta e dei giovani democratici per vicenza .

sabato 29 settembre 2007

Costruire i Giovani Democratici con Passione e Concretezza

Dopo un'estate di crisi mistica e di pessimismo cosmico, da un mese a questa parte sono rientrato nella partita politica, per sostenere un progetto che sinceramente non mi appassiona eccessivamente, ma che ritengo l'unico che abbia un futuro e in cui vi sia lo spazio per esprimere i miei valori e le mie idee.

Sto parlando del PD, che nel tempo ho sostenuto e criticato, osannato e attaccato. Un partito che non c'è ancora ma che fa già parlare di sè, che divide ed unisce, fa incontrare esperienze e rompe unità personali e politico-storiche.


Non voglio però dilungarmi su quelle che sono riflessioni più patetiche che politiche tipiche di ogni passaggio partitico di questa tormentata seconda repubblica. Vorrei invece parlare, come ho già fatto in un momento di minore analisi e maggiore enfasi qualche mese fa, del modo di costruire questo partito.

Piu' in particolare ritengo che la partita decisiva che ci apprestiamo a portare avanti è quella di rinnovare le classi dirigenti e il modo di fare politica, ritornando ad un maggiore rapporto con i cittadini e ad una maggiore concretezza, abbandonando definitivamente, nel bene e nel male, i retaggi ideologici. Partito post-ideologico significa un partito che sappia stare a contatto con la quotidianità in un modo che non è quello della "fede politica" tipico del Pci o della Dc della I repubblica.

Il fine è dare risposta a nuovi problemi, dalla relazione tra informazione e libertà, al tema delle nuove tecnologie che trasformano e investono velocemente la nostra vita, al tema dell'ambiente finalmente centrale nell'agenda politica, al tema del diffuso malcostume della politica e della cosidetta "antipolitica".

Il limite enorme, che potrebbe apparire insormontabile, di questo partito post-ideologico, di questo partito della concretezza, è che nessuno potrebbe appassionarsi ad un progetto che non parte da valori condivisi e da un sistema fideistico. E', questo, un fenomeno di livello europeo.

Dopo la caduta del muro quasi nessuno si avvicina prima ad un'ideologia e quindi ad un partito,
esclusi gli estremismi, che infatti in ogni paese in maniera ciclica hanno sorprendenti esplosioni, sintomo di una società che non sa fare più sintesi con progetti concreti e allo stesso tempo con valori condivisi. E' la parte debole della filosofia del nuovo millennio, il relativismo.

Tutta la nostra società, smaterializzata, spezzettata, sminuzzata, trova altre forme di aggregazione in singoli gruppi, in singole entità, in singole lobby che si chiudono in sistemi valoriali interni, che non aspirano ad essere maggioranza. Pensiamo all'esplosione della società civile, dei movimenti culturali, dell'associazioni, che attirano molto molto molto più dei partiti. Sono un fenomeno sempre esistito, ma ora stanno crescendo in forza e in numero e si può asserire che costituiscono loro nuove forme di aggregazione della domanda politica. Riescono cioè a fare quello che i partiti politici, in quasi tutta Europa, faticano a fare.

Ci sono, grazie a Dio, eccezioni, ci sono partiti, strutturati e con un passato forte oppure capaci di rinnovarsi veramente dopo aver ascoltato questo immenso e caotico sistema di gruppi di pressione, che hanno vinto grazie ad un progetto allo stesso tempo concreto e dal punto di vista dei valori e della matrice culturale forte.

Pensiamo a Zapatero, vera sintesi della Spagna di oggi, liberale, libertaria, volenterosa di redistribuire il reddito accumulato dal boom economico che va avanti da 20 anni (cresciuta in un sistema economico fortemente liberista e deregolato, lo si può dire o è vietato?), pacifista, basata sul repubblicanesimo laico nato dall'opposizione a Franco negli anni 30 e da cui si ispira direttamente il premier iberico.

Pensiamo a Blair, capace nel 1997 a fondere necessità di mantenimento del sistema liberista instaruato dalla Tatcher e su quella base ricostruire il welfare, un nuovo welfare.

Quello che, quindi, il PD deve fare è dare passione e concretezza (e in questo senso Enrico Letta mi pare il migliore) alla propria azione, essendo capace di fare azioni forti, di prendere posizioni scomode, di andare contro anche ai poteri forti, di essere sintesi della società atomizzata che dobbiamo governare. Un Pd che, concretamente, torni ai giovani e con la loro passione risponda ai problemi concreti della gente.

Per fare questo, ovviamente, serve una giovanile di partito che sappia sfondare. Attraverso la concretezza della propria proposta bisogna riuscire a portare passione nei giovani. E' un compito arduo, perchè i ragazzi tra i 15 e i 20 anni sono più facilmente affascinabili da grandi ideali piuttosto che da un partito post-ideologico con pochi saldi valori e che si misura principalmente con il reale, con il pratico.

Serve una giovanile che sappia trovare nuovi modi per aggregare domanda politica, affascinando sulla base della propria capacità di rispondere tempestivamente agli stimoli di una società infinitamente complessa piuttosto che partendo da ideali rigidi e non adattabili ai cambiamenti.
Serve una giovanile di partito moderna, che non sia ancorata a idealismi e metodi vecchi. Serve una giovanile di partito autonoma, che non sia controllata dal Partito. Serve una giovanile di partito che sa cogliere le sfide dell'esistente in maniera flessibile e dinamica.
Serve una giovanile di partito che sia presente nel territorio e nelle scuole, non quindi una giovanile di plastica o cartapesta, cioè interessata solo a proporre attività sotto elezioni oppure in modo semplicemente pubblicitario, sullo stile dei giovani di Forza Italia.
Serve una giovanile che, come il partito, risponda ad esigenze anche locali, quindi una giovanile federale.
Serve una giovanile che sappia dialogare veramente e concretamente con quelle associazioni del terzo settore che raccolgono oggi la maggior parte della domanda politica, che i partiti per come sono ora disperdono o si ricordano solo sotto elezioni.

Dobbiamo vincere questa sfida per una giovanile e un partito che sappiano rinnovare il modo di stare tra i giovani e nella società.

New people e new methods for a new age!