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venerdì 15 febbraio 2008

Ritornare a respirare a Vicenza!

Nell'ambito dell'importante iniziativa Kyoto Fisso! è utile soffermarci su un problema di casa nostra.

Vicenza è al centro della Pianura Padana, la terza area più inquinata del pianeta. Bisogna partire da questo presupposto per capire quanto importante sia la tematica ambientale nella nostra città e nella nostra provincia. I problemi sono molteplici e vorrei soffermarmi sulla qualità dell'aria e più in particolare sul problema delle PM10, quelle piccole particelle presenti nell'atmosfera e nettamente aumentate dai processi di combustione prodotti a livello industriale, per il riscaldamento delle abitazioni e soprattutto per quel che concerne il trasporto su strada (freni, gas di scarico).

Ciò che ci impone una riflessione è il preoccupante dato nella nostra città. Nel 2007 siamo stati la terza città d'Italia per giorni in cui è stato superato il limite delle PM10. 140 giorni, un terzo dell'anno in cui respirare in Viale Roma o in Viale D'Alviano era pericoloso. Eppure i vicentini respirano, quindi si ammalano più facilmente... Secondo un'indagine dell'OMS una morte ogni 200 nelle più grandi città del mondo è dovuta alle PM10.

In primo luogo guardiamo ciò che il comune di Vicenza ha fatto nei 10 anni di amministrazione Hullweck: a parte la lodevole iniziativa di Veloce, furgoni elettrici che trasportano merci agli esercenti della città, dal punto di vista delle azioni concrete per dare un'alternativa all'utilizzo dell'auto e per educare ad un atteggiamento ecologico non è stato fatto nulla.

Partiamo dai dati per proporre alcune soluzioni. Secondo dati del 2005 del comune di Vicenza il traffico su strada pesava per l'inquinamento per il 28%. Un dato che indica l'importanza di alcune misure volte alla diminuzione delle polveri sottili agendo su di un uso minore e più responsabile dell'auto.

Partendo dal presupposto per il quale l'auto è usata, secondo una media mondiale, circa 2 ore al giorno di cui 25 minuti sono passati a cercare un posto dove parcheggiarla, si capisce l'importanza di un buon servizio di trasporto pubblico. Non si deve pensare ad un'utenza basata solo su anziani, studenti e migranti, ossia a chi non può usare un mezzo privato. Bisogna porsi l'obiettivo di rendere competitivo il mezzo pubblico rispetto all'auto. Per renderlo competitivo bisogna che sia un servizio frequente, che colleghi bene le zone nevralgiche della città e che non sia così costoso come è oggi (prezzo più alto in Italia, 1,10€ ). A questo proposito serve una totale revisione di AIM trasporti con autobus meno inquinanti, linee adatte ai cambiamenti sopraggiunti in città, ossia circolari e non solo radiali, dato che la città non ha più tutti i servizi nel centro storico ma dislocati in tutti i quartieri (si pensi ai supermercati, ai centri commerciali ma soprattutto al futuro posizionamento di università, tribunale e alla posizione, oggi, delle piscine o del palazzetto dello sport). Servono, inoltre, corse più frequenti e collegamenti efficienti con un hinterland che questa città sembra essersi dimenticata di avere. Serve una diminuzione del prezzo del biglietto che può essere realizzabile già per il semplice fatto che un servizio ammodernato verrebbe utilizzato da un'utenza più ampia dell'attuale. Si potrebbe però riflettere anche su un ampliamento dei parcheggi di interscambio, un aumento dei prezzi dei parcheggi in centro o, infine, con campagne di educazione all'utilizzo del mezzo pubblico.

Come seconda politica per favorire un utilizzo minore dell'auto e quindi al fine di diminuire l'inquinamento dell'aria è quella della costruzione di piste ciclabili e di costruzione di un sistema di affitto di bici sul modello di altre città italiane come Ferrara e (a breve) Milano. Un cittadino potrà utilizzare una bici per il tragitto che gli serve e lasciarla dove arriva, in apposite rastrelliere e con una carta elettronica personale. Un sistema innovativo da realizzare dopo aver realizzato un adatto sistema di piste ciclabili.

In ultima istanza è utile riflettere sul fatto che il 12% dell'inquinamento per le PM10 deriva direttamente dagli impianti di riscaldamento, il più delle volte vecchi. Serve quindi un'operazione ampia che pubblicizzi le politiche ambientali della recente finanziaria ed incentivi rapidamente la sostituzione delle caldaie superate con nuove caldaie meno inquinanti.

Sulla base della formazione, dell'impegno nell'imitare ed innovare, una notevole riduzione del livello delle PM10 e un buon miglioramento della qualità dell'aria sono possibili. Qui in città si va a votare fra poche settimane. Speriamo che il futuro sindaco, auspicabilmente del Partito Democratico, sappia valorizzare la spinta dell'ambientalismo del fare, ossia quello della tecnologia, della progettualità e della concretezza. E' una speranza per tutti i cittadini di oggi e di domani.

lunedì 21 gennaio 2008

Discorso all'Assemblea Cittadina del PD del 18 Gennaio

Il discorso non era precedentemente scritto e l'ho realizzato a posteriori, dopo l'intervento, cercando di ricordarmi ciò che avevo detto a parole. I concetti sono quelli però non assicuro che le parole utilizzate siano le stesse.

Per prima cosa vorrei iniziare il mio intervento parlando di qualcosa di diverso da ciò di cui avevo pensato di parlare. Qualcuno ha asserito che non serve analizzare, ad oggi, “Chi siamo”,ossia cosa è il PD. Io invece penso sia fondamentale pensare al partito che siamo, analizzare da dove veniamo perché se è vero che il Partito democratico deve scontrarsi con la realtà concreta allo stesso tempo non può pensare di esimersi dal fare un'analisi sugli ideali che lo muovono.

Giungendo al tema di oggi credo sia utile partire ponendosi delle domande, ossia quale è il nostro progetto, quale è il nostro obiettivo politico?

Credo che questo sia il Cambiamento. Ho letto, però, in un giornale settimanale che si chiama Internazionale, non so se qualcuno qui lo legge, che parlava dell'utilizzo del termine cambiamento nelle elezioni americane. E il cambiamento è un termine usato sia da Obama che dalla destra cristiana del partito repubblicano. Quindi bisogna comprendere bene cosa è il cambiamento e quale è il cambiamento buono.

Noi, credo, abbiamo agito nel senso del cambiamento fin da subito, con un percorso innovativo diviso in 3 fasi, che definirei delle 3 A: ascoltare, avanzare proposte, aprire ala partecipazione. La decisione è stata presa da un'assemblea democratica come quella odierna e quindi credo che non ci sia nulla da eccepire. Per quel che riguarda le alleanze vorrei prima sfatare un mito. La sinistra radicale non è formata da mostri: PRC a Vicenza è un partito che nel congresso del 2005 stava per essere conquistato, in città, da un gruppo di diciasettenni, quindi non ha un vero radicamento; il Pdci non è mai riuscito a contare nulla in Veneto e a Vicenza (1.5% suo massimo cittadino) mentre Verdi e Sinistra Democratica sono partiti con cui si può ragionare, Asproso e Rolando sono amici con cui si può ragionare e governare.
Quindi non capisco quali possano essere le ragioni per non fare un percorso in comune. Per di più rompere per delle nostre pregiudiziali ci indebolirebbe agli occhi dei cittadini e rafforzerebbe loro. Lasciamo, in caso, che rompano loro, che siano loro a chiudere il dialogo.

Credo che il cambiamento si raggiunga individuando un candidato sindaco e una squadra che abbiano 4 caratteristiche: saper ascoltare, difendere, innovare e decidere.

Ascoltare nel senso di saper valorizzare tutto quel mondo dell'associazionismo veneto. Nella nostra regione si sa che le forme welfaristiche basate sullo stato non si sono mai sviluppate e che è stato il solidarismo cattolico la base per la coesione sociale e lo sviluppo economico. Per questo dobbiamo guardare all'associazionismo e al volontariato come a degli interlocutori primari. Non è un caso, infatti, che ogni genere di associazione, non solo quelle cattoliche, abbia nel vicentino, in veneto, un radicamento più profondo che nelle altre aree del nord d'italia e forse dell'intero paese.

Difendere in quanto i cittadini in questo periodo storico hanno bisogno di qualcuno che sappia proteggere dalle molte trasformazioni. Serve un impegno sociale, come sosteneva l'amico Giuliano Raimondo. Ma serve anche qualcuno che sulla gestione del Dal Molin sia affidabile Pensiamo, infatti, alla lettera di Costa al Giornale di Vicenza. Non totalmente condivisibile ma che letta attentamente mette in luce dei dati che sono da considerare. Rispetto a quei cambiamenti, che sono avvenuti anche grazie all'impegno di chi all'inizio si è subito dichiarato contrario e non a persone che abbiano fin dall'inizio detto di Si, acriticamente, alla costruzione, come Lia Sartori e Manuela Dal Lago.

Difendere significa anche cominciare a considerare il come e il quando della costruzione della TAV, altrimenti rischiamo davvero di trovarci un movimento NIMBY nel momento in cui sarà realizzato il progetto. Dovremo riuscire a portare avanti una realizzazione che sappia essere non troppo costosa e allo stesso tempo sia utile e porti vantaggi alla città.

Innovare, infine, significa puntare su un recupero e sulla valorizzazione dell'ambiente e su nuovi strumenti, nuove realizzazioni di mezzi pubblici di trasporto, ossia di infrastrutture utili e compatibili alla città di domani.


Per concludere non capisco, non capisco, non capisco come si possa pensare di fare un'alleanza con la Lega Nord. I dubbi espressi dall'amico Gianni Bisson [sul rapporto di alcune persone del PD con Manuela Dal Lago] sono dubbi legittimi che nascono leggendo il giornale. Spero siano sbagliati.

Mi sfugge la logica di questa alleanza in quanto la Lega Nord è stata la forza politica che ha rivoltato il capitale sociale della nostra regione cambiandolo di segno in modo che non facesse più da coesione sociale e nazionale ma che servisse nel senso di uscita, di exit dal sistema.


Io sono già pronto a fare la campagna elettorale, sono pure vestito sportivo, ma non sarò disposto a fare una campagna elettorale per manuela dal lago o per un candido debole destinato a perdere.

lunedì 19 novembre 2007

Stavano nascendo 100 nuove piazze...ovvero la vergogna del restyling della stazione di Vicenza!

Chi non ha avuto modo di passare per la meravigliosa stazione di Vicenza dopo il favoloso restauro operato da Centostazioni? Ovviamente sono sarcastico. Sinceramente, infatti, dopo il fantastico manifesto rimasto attaccato per anni, in cui si diceva "stanno nascendo 100 nuove piazze", mi aspettavo molto molto di più e sicuramente un po' più di serietà e coerenza.
Da tempo,quindi, mi interrogavo su quando avrebbero sistemato definitivamente la stazione...
A chiarirmi molti aspetti e a sollecitarmi sulla necessità di agire contro una vergogna assoluta quale è stata questa opera di "restyling"(uau...-_-) della nostra stazione mi è giunta qualche giorno fa la e-mail di un amico. Il messaggio era che "
quello che si vuole fare con questa mail è cercare di fare portare a termine i lavori iniziati e MAI FINITI in stazione a Vicenza [...] e portare avanti una MASSICCIA richiesta di intervento nella stazione di Vicenza in cui dopo un investimento di quasi 5.000.000.000 di vecchie lire ci si trova a stare peggio di quando i lavori dovevano ancora cominciare..."
Nel messaggio di posta elettronica era presente in allegato un volantino ricco di foto(per chi lo volesse basta scrivere a nicolaisebastian@msn.com, che è colui che ha lanciato questa importante iniziativa, o direttamente ad enricoperoni@gmail.com).
Riporto, comunque, il messaggio del volantino, molto chiaro nello specificare la situazione e nelle azioni da intraprendere.

COMUNICATO STAMPA CENTOSTAZIONI (AGOSTO 2007) www.centostazioni.it/schedeinformative.asp
“[...] L!intervento di restyling, del valore di circa 2,4 milioni di euro, cofinanziati da Centostazioni e Rete Ferroviaria Italiana (società dell!Infrastruttura del Gruppo Ferrovie dello Stato) è in fase conclusiva. In base al progetto realizzato da Centostazioni (Coordinatore Progettazione Arch. G. P. Project Manager Arch. D. C.), lo stabile è stato completamente ristrutturato, secondo un programma cadenzato nel tempo, al fine di interferire il meno possibile con la completa funzionalità della stazione e con l!erogazione quotidiana dei servizi. [...]”
Così parla Centostazioni sul proprio sito e invece...

DOPO UN INVESTIMENTO DI QUASI 5.000.000.000 DI LIRE ECCO COSA CI
TROVIAMO NELLA NOSTRA STAZIONE... SI STAVA DECISAMENTE MEGLIO
PRIMA!! POTEVANO TENERSELI QUESTI LAVORI E ORA CHE HANNO INIZIATO Eì GIUSTO CHE LI COMPLETINO CON INVESTIMENTI ADEGUATI!!

AI BINARI...

Banchina 1-2 mai toccata dall!intervento di restyling: non rialzata per migliorare l!accesso ai treni e dissestata, scarsamente illuminata e soprattutto corta la tettoia. Nemmeno completato il rivestimento dei pilastri, scrostata e non sicura con cavi scoperti. Banchina al binario 5-6 MAI COMPLETATA, ascensore non servibile, esteticamente OSCENA senza i pannelli di controsoffitto.

INTERNO DELLA STAZIONE...
Al binario 1 SCARSISSIMA illuminazione, cavi volanti, manca il rivestimento, banchina MAI rialzata oltre che dissestata in più punti. Notevoli infiltrazioni MAI risolte in diversi luoghi della stazione. LA BIGLIETTERIA NON HA AVUTO ALCUN TIPO DI INTERVENTO, NEMMENO UN SEMPLICE RIVESTIMENTO, visibili ancora i termosifoni degli anni 50! Edicola mai conclusa. Negozi vuoti usati come magazzini e spazi privi di illuminazione (di fianco al bar).
Il sottopasso da poco ristrutturato non è stato completato con i nuovi cartelli (nuova grafica di Trenitalia oltre che a maggiore pulizia e chiarezza delle informazioni), le modalità di intervento sono state inadeguate per il tipo di usura e il luogo (colpi, adesivi, poca pulizia e
cattivo mantenimento ne hanno già deteriorato l'aspetto).
Gli ingressi della stazione sono TRAPPOLE pericolose, costava tanto mettere porte automatiche su un investimento di 2.400.000 "? Pensare che PRIMA del “grande restyling” ERANO AUTOMATICHE. Ora si lasciano aperte con sprechi energetici enormi.

ESTERNO DELLA STAZIONE...
L'ESTERNO della stazione è stato fatto alla ricerca di un qualche significato architettonico sconosciuto ai più. La pietra posta all!esterno è stata posizionata senza pensare al fatto che, dopo pochissimo tempo, senza un serio intervento si sarebbe rovinata (e gli effetti si vedono già ora in modo evidente!). I PARCHEGGI sono INCOMPLETI, PICCOLI, POCHE TETTOIE per bici, NEMMENO SEGNATI. Gli scooter costretti a parcheggiare sul terreno e il nuovo spazio ricavato non ha alcuna segnaletica.

Il risultato di questo cospicuo investimento è che gli spazi come LE BANCHINE DI ATTESA, LE
BIGLIETTERIE e I PARCHEGGI per bici, scooter e macchine NON HANNO GODUTO DI ALCUN INTERVENTO, interventi che sono stati rivolti ESCLUSIVAMENTE all!apertura di ATTIVITA COMMERCIALI per aumentare gli introiti di Centostazioni. Nessuno si pone contro una logica di mercato che ha bisogno di guadagni ma almeno che i lavori si concludano e restituiscano una funzionalità DEGNA DI UNA STAZIONE CHE E! TRA LE PRIME 20 IN ITALIA E SOPRATTUTTO DIMOSTRINO UN BRICIOLO DI RISPETTO AI 7,7 MILIONI DI VIAGGIATORI ANNUALI (RFI).

Stiamo raccogliendo commenti e opinioni da inviare a Trenitalia, RFI, Centostazioni, la Regione Veneto e il Comune. C'è bisogno anche del tuo tempo! Occupa 5 minuti e manda

un e-mail con nome, cognome e (se vuoi) commenti sui lavori effettuati in stazioni.
Le mail saranno raccolte e inviate, sperando di poter ancora contare qualcosa come utenti.

Scrivi a stazionevicenza@live.it

L'iniziativa è di carattere PRIVATO con scopo di pubblica utilità per i motivi suddetti, i nomi e cognomi raccolti saranno utilizzati ESCLUSIVAMENTE in modalità di raccolta firme. Non è previsto alcuna newsletter e tantomeno invii di alcun tipo di pubblicità o proposta o spamming. I dati raccolti non saranno divulgati o archiviati se non per la proposta fin qui presentata. Non tiratevi indietro, è l' unico modo per sperare di ottenere qualcosa. Grazie.

giovedì 15 novembre 2007

Le città della pedemontana e i servizi di trasporto pubblico

Ci sono diversi problemi nelle nostre città e in tutta quell'area che comunemente viene definita pedemontana e che rappresenta uno dei centri nevralgici del paese per ciò che concerne lo sviluppo economico. Si può dire che, quindi, esiste un'area che per ragioni storiche, culturali, geografiche ed economiche ha similiari necessità e, spesso, problemi molto simili; un'area che va da Bergamo a Udine, l'area del nord-est allargato, dello sviluppo impressionante degli anni 70 basato sulla piccola impresa di natura familiare ora divenuta una grandissima ed interconnessa area commerciale e industriale, centro fondamentale e realtà trainente dell'Italia e dell'Europa.
Per vocazione personale e per studi intrapresi parto sempre dal confronto nelle analisi che faccio, soprattutto se di natura sociale, economica o politica.
Vorrei, in qualche settimana, cercare di sottolineare come questa vasta area che considero cruciale per l'Italia e per l'Europa, si sta muovendo per cercare di risolvere i tanti problemi che il divenire una vasta megalopoli comporta.
Credo che per riuscire a divenire sempre piu incisivi a livello italiano e continentale serva il contributo di tutti. In questa megalopoli ogni singolo pezzettino, ogni città, ogni comune, ogni provincia, deve essere capace di indicidere e per poterlo fare deve deve puntare, a mio parere, su tre aspetti:
1. capacità di rinnovamento della multiutility comunale;
2. capacità delle categorie economiche di fare squadra e di incidere a livello di macroarea e a livello nazionale
3. capacità gestionali e visione d'insieme competente e lungimirante della classe politica.
Posso tranquillamente dire che Vicenza ha deficitato in almeno due di questi aspetti durante la giunta Hullweck in quanto questa non ha saputo ne interpretare ne pesare nelle scelte strategiche per la città del domani e ha dilapidato il capitale che era Aim.
Ma passiamo al tema centrale di questo articolo, ossia, come si legge dal titolo, i servizi di trasporto pubblico. Ritengo che un'area divisa in tante città "provinciali" che mira ad integrarsi sempre più da ogni punto di vista necessiti di infrastrutture adeguate, che non abbiamo, e in particolare di modalità semplici e veloci per favorire la circolazione delle persone, elemento decisivo in una società sempre più dinamica.
Se, poi, aggiungiamo che esiste un problema ambientale sempre più pericoloso (in tutta la pedemontana quanti giorni all'anno si sforano i limiti?) e un problema di aumento fortissimo di malati per stress capirete che pensare ancora ad utilizzare solo ed esclusivamente i mezzi privati ( e siamo il paese d'Europa con il tasso di auto per abitante piu' alto) per restare incolonnati ad inquinare le nostre città sia impensabile, soprattutto perchè avremmo le possibilità di fare mezzi pubblici efficienti, buoni e a prezzi ragionevoli.
Guardiamo, in questo senso, ad esempi concreti, che per semplicità di esposizione elencherò di seguito:
Bergamo: a fine anni 80 la provincia e il comune cominciano ad interrogarsi su un recupero delle vecchie linee ferroviarie del territorio e oggi sono in cantiere due linee metropolitane di superficie che collegheranno Bergamo ad Alzano e Alzano ad Albino. E' un primo passo per una provincia che sicuramente, a differenza di altre, ha mantenuto e rinnovato molti dei suoi servizi su rotaia.
Brescia: è il modello da seguire, a mio parere, se si trovano le possiblità. Dopo 20 anni Brescia avrà la sua metropolitana grazie ad un sindaco coraggioso, Corsini, che ha ottenuto i finanziamenti ed ha portato avanti un progetto strategico fondamentale. Città troppo piccola per un investimento cosi' corposo? Io ritengo di no, per i motivi sopra esposti di natura ambientale, sanitaria e anche logistica. Per di più spostare sotto terra il traffico di persone semplifica nettamente la gestione del sistema e velocizza nettamente i tempi, garantendo in superficie meno macchine e meno mezzi pubblici lenti.
Padova & Mestre: hanno scelto un trasporto di superficie su gomma, a Padova hanno realizzato un pezzo della prima linea (su 3) e a Mestre stanno costruendo ancora la prima linea. Sono progetti che vanno nel senso di semplificare il trasporto pubblico, renderlo più pulito, più veloce, più attrattivo per i turisti e più "intelligente".
E a Vicenza, Verona, Udine, Treviso? E della metropolitana di superficie per il Veneto orientale? Per ora parole, parole, parole...
La speranza è che l'anno prossimo venga eletto qualcuno, per lo meno a Vicenza, che su questi temi, per i motivi sopra elencati, si impegni concretamente e restaurare un servizio pubblico che, anche per colpa della vergognosa gestione di AIM, è allo fascio più completo.

Per maggiori informazioni sui progetti elencati:
METRO BRESCIA
TRAM DI PADOVA
TRAM DI MESTRE
TRAMVIA DELLE VALLI (BERGAMO)

Per chi abbia informazioni specifiche e idee su questo tema vi prego di non risparmiarvi sui commenti, è un tema centrale per me e per molti altri giovani vicentini (No, Giacomo ;) ? )