Il discorso non era precedentemente scritto e l'ho realizzato a posteriori, dopo l'intervento, cercando di ricordarmi ciò che avevo detto a parole. I concetti sono quelli però non assicuro che le parole utilizzate siano le stesse.
Per prima cosa vorrei iniziare il mio intervento parlando di qualcosa di diverso da ciò di cui avevo pensato di parlare. Qualcuno ha asserito che non serve analizzare, ad oggi, “Chi siamo”,ossia cosa è il PD. Io invece penso sia fondamentale pensare al partito che siamo, analizzare da dove veniamo perché se è vero che il Partito democratico deve scontrarsi con la realtà concreta allo stesso tempo non può pensare di esimersi dal fare un'analisi sugli ideali che lo muovono.
Giungendo al tema di oggi credo sia utile partire ponendosi delle domande, ossia quale è il nostro progetto, quale è il nostro obiettivo politico?
Credo che questo sia il Cambiamento. Ho letto, però, in un giornale settimanale che si chiama Internazionale, non so se qualcuno qui lo legge, che parlava dell'utilizzo del termine cambiamento nelle elezioni americane. E il cambiamento è un termine usato sia da Obama che dalla destra cristiana del partito repubblicano. Quindi bisogna comprendere bene cosa è il cambiamento e quale è il cambiamento buono.
Noi, credo, abbiamo agito nel senso del cambiamento fin da subito, con un percorso innovativo diviso in 3 fasi, che definirei delle 3 A: ascoltare, avanzare proposte, aprire ala partecipazione. La decisione è stata presa da un'assemblea democratica come quella odierna e quindi credo che non ci sia nulla da eccepire. Per quel che riguarda le alleanze vorrei prima sfatare un mito. La sinistra radicale non è formata da mostri: PRC a Vicenza è un partito che nel congresso del 2005 stava per essere conquistato, in città, da un gruppo di diciasettenni, quindi non ha un vero radicamento; il Pdci non è mai riuscito a contare nulla in Veneto e a Vicenza (1.5% suo massimo cittadino) mentre Verdi e Sinistra Democratica sono partiti con cui si può ragionare, Asproso e Rolando sono amici con cui si può ragionare e governare.
Quindi non capisco quali possano essere le ragioni per non fare un percorso in comune. Per di più rompere per delle nostre pregiudiziali ci indebolirebbe agli occhi dei cittadini e rafforzerebbe loro. Lasciamo, in caso, che rompano loro, che siano loro a chiudere il dialogo.
Credo che il cambiamento si raggiunga individuando un candidato sindaco e una squadra che abbiano 4 caratteristiche: saper ascoltare, difendere, innovare e decidere.
Ascoltare nel senso di saper valorizzare tutto quel mondo dell'associazionismo veneto. Nella nostra regione si sa che le forme welfaristiche basate sullo stato non si sono mai sviluppate e che è stato il solidarismo cattolico la base per la coesione sociale e lo sviluppo economico. Per questo dobbiamo guardare all'associazionismo e al volontariato come a degli interlocutori primari. Non è un caso, infatti, che ogni genere di associazione, non solo quelle cattoliche, abbia nel vicentino, in veneto, un radicamento più profondo che nelle altre aree del nord d'italia e forse dell'intero paese.
Difendere in quanto i cittadini in questo periodo storico hanno bisogno di qualcuno che sappia proteggere dalle molte trasformazioni. Serve un impegno sociale, come sosteneva l'amico Giuliano Raimondo. Ma serve anche qualcuno che sulla gestione del Dal Molin sia affidabile Pensiamo, infatti, alla lettera di Costa al Giornale di Vicenza. Non totalmente condivisibile ma che letta attentamente mette in luce dei dati che sono da considerare. Rispetto a quei cambiamenti, che sono avvenuti anche grazie all'impegno di chi all'inizio si è subito dichiarato contrario e non a persone che abbiano fin dall'inizio detto di Si, acriticamente, alla costruzione, come Lia Sartori e Manuela Dal Lago.
Difendere significa anche cominciare a considerare il come e il quando della costruzione della TAV, altrimenti rischiamo davvero di trovarci un movimento NIMBY nel momento in cui sarà realizzato il progetto. Dovremo riuscire a portare avanti una realizzazione che sappia essere non troppo costosa e allo stesso tempo sia utile e porti vantaggi alla città.
Innovare, infine, significa puntare su un recupero e sulla valorizzazione dell'ambiente e su nuovi strumenti, nuove realizzazioni di mezzi pubblici di trasporto, ossia di infrastrutture utili e compatibili alla città di domani.
Per concludere non capisco, non capisco, non capisco come si possa pensare di fare un'alleanza con la Lega Nord. I dubbi espressi dall'amico Gianni Bisson [sul rapporto di alcune persone del PD con Manuela Dal Lago] sono dubbi legittimi che nascono leggendo il giornale. Spero siano sbagliati.
Mi sfugge la logica di questa alleanza in quanto la Lega Nord è stata la forza politica che ha rivoltato il capitale sociale della nostra regione cambiandolo di segno in modo che non facesse più da coesione sociale e nazionale ma che servisse nel senso di uscita, di exit dal sistema.
Io sono già pronto a fare la campagna elettorale, sono pure vestito sportivo, ma non sarò disposto a fare una campagna elettorale per manuela dal lago o per un candido debole destinato a perdere.
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