Le idee che Beppe Grillo esprime non sono solo condivisibili ma spesso sono temi centrali, fondamentali per lo sviluppo del paese, temi che talvolta la stessa classe politica che viene tanto criticata ha fatto propri.
Quando il comico genovese parla di ambiente, energia, costi della politica, crisi del sistema paese sostiene tesi che non possono che essere condivise.
Ciò che critico a Beppe Grillo è il metodo, è il dire l'assurdità per eccellenza, ossia che si deve distruggere tutti i partiti.
Questa è LA cosa più sbagliata in quanto non c'è sistema democratico che non si regga sui partiti, buoni o cattivi che siano. Coloro che hanno provato a fare "la democrazia senza partiti", come Gheddafi, l'hanno fatto per diventare dittatori. Non voglio assolutamente dire che questo sia il fine di Grillo, semmai usa certe parole estreme contro il sistema dei partiti per attirare consensi ma ciò non è utile nè al proprio progetto politico nè a rendere reali le idealità che lo animano e che animano i suoi sostenitori.
Io sono uno di quelli che, invece, auspica di poter cambiare il sistema dei partiti da dentro, facendo in modo che nascano partiti che sappiano di nuovo, come nella prima fase della I repubblica, essere tramite delle esigenze concrete, reali dei cittadini.
Partiti che siano, però, anche non ideologici, con classi dirigenti rinnovate e infine soprattutto pochi, in modo da consentire riforme che nella II repubblica non sono state fatte anche per la proliferazione di partitini e partitucoli che hanno sempre la pistola puntata alla tempia del premier di turno.
Riforme che devono assolutamente partire dal tema dei costi della politica. E' divenuto insopportabile vedere pensioni milionarie di parlamentari per pochi mesi, parlamentari che sono anche ministri, una pubblica amministrazione che moltiplica i posti e che non garantisce nè efficienza, nè equità, nè competenze, comunità montane che danno sul mare, province nuove ogni settimana e servizi che in certe aree del paese invece di essere semplificati vengono resi più burocratici.
Il Grillo che mi piaceva e piace è quello che attacca "le caste" facendo da denuncia sociale, il Grillo che sa essere uomo di pressione sociale e con i suoi "grillini" gruppo di pressione sociale.
E' al suo apice, sfrutti questo capitale umano per far fare delle riforme che il sistema politico non riesce a fare da solo.
Punti la pistola su certa classe politica e aiuti anche chi, come molti giovani, vuole riformare il sistema partitico da dentro, rendendolo migliore ma evitando di buttare via il bambino (la democrazia di partiti) con l'acqua sporca (la partitocrazia).
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venerdì 21 settembre 2007
Beppe Grillo, bene il merito, male il metodo.
Pubblicato da
Enrico Peroni
alle
17:56
Etichette: Analisi Politica, Beppe Grillo, Partito Democratico
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