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martedì 15 gennaio 2008

Ma il vero spreco va cercato altrove

Una mia lettera sul tema delle circoscrizioni pubblicata da Il Giornale di Vicenza (pg.16) in data odierna (15 Gennaio 2008).

Mi permetto di intervenire nel dibattito sulle circoscrizioni. Regolamentazione che mi pare errata e demagogica per diverse motivazioni.
Innanzitutto con queste misure si indeboliscono le istituzioni che sono più vicine ai cittadini e che forniscono servizi che comuni con oltre 100.000 non riuscirebbero a fornire in maniera efficiente ed utile.
Ricordo che fino a pochi anni fa era usuale citare la sussidiarietà come panacea di molti mali.
Probabilmente non lo è, però sarebbe utile ricordare ai molti che in città hanno parlato di cancellazione integrale delle circoscrizioni cosa questo principio riconosciuto anche dal Trattato di Maastricht e dai successivi trattati sull’Unione Europea e sul funzionamento della stessa prevede, ossia che l’intervento sussidiario della mano pubblica deve comunque essere portato dal livello più vicino al cittadino.
Le circoscrizioni nelle medie e nelle grandi città , comprese quelle tra i 50.000 e i 250.000 abitanti, sono un modo per il cittadino di interfacciarsi più rapidamente con le istituzioni (anagrafe, poliziotto di quartiere), fungono da coscienza critica dell’azione del comune su ogni questione (anche se purtroppo su troppe cose danno solo pareri consultivi) e infine sgravano al comune i rapporti con diversi attori come associazioni concedendo spazi e organizzando valide iniziative. In secondo luogo ritengo demagogico sostenere che la riduzione o la cancellazione delle circoscrizioni sia un effettivo taglio ai costi della politica.
Lo stipendio per consiglieri e presidenti circoscrizionali, secondo una mia stima, non dovrebbe superare complessivamente i 12.000 euro mensili (per un totale di 147 persone), ossia meno della metà di quanto percepisce un parlamentare, ossia circa quanto percepiva al mese (da solo) l’ex amministratore di AIM Rossi.
Mi pare quasi si voglia far scordare quali sono i veri sprechi come, ad esempio: gli stipendi dei membri dei consigli di amministrazione dei tantissimi enti e delle tantissime società partecipate; le province (vero ente inutile); le comunità montane a livello del mare; gli stipendi dei consiglieri regionali; gli stipendi dei deputati e dei senatori (che invece pare aumenteranno di 176 euro nel nuovo anno).
In sostanza hanno tagliato dal basso, dove non si tagliano costi ma solo strumenti di maggiore partecipazione e non hanno ancora fatto niente contro le oscenità che, “in alto”, continuano a persistere indisturbate, nella seconda repubblica forse più che nella prima.
In terza istanza critico la nuova regolamentazione anche perché le circoscrizioni sono la palestra politica in cui un giovane può sperimentare la vita amministrativa, imparando ad ascoltare i cittadini e a destreggiarsi tra interpellanze, interrogazioni, ordini del giorno e regolamenti.
Forse quest’ultima argomentazione non sembrerà così importante ma credo fortemente che una classe dirigente che nasce dal basso e che può imparare ascoltando e progettando con i cittadini sia fondamentale affinché i consigli comunali non divengano nel futuro luoghi chiusi e lontani dai cittadini, con consiglieri incapaci di ascoltare la voce della comunità. Per concludere vorrei sottolineare che questa decisione è arrivata senza consultare le comunità locali, senza parlare con quei comuni nei quali le circoscrizioni non erano un costo e funzionavano bene.
Su quest’ultimo aspetto c’è da dire che le circoscrizioni a Vicenza sono sempre costate pochissimo ma effettivamente non funzionavano bene, sostanzialmente per due motivi: troppo poco decentramento ed eccessivo frazionamento del territorio.
Dopo aver smontato le motivazioni che hanno portato ai cambiamenti previsti dalla finanziaria proverò a delineare la futura suddivisione del comune, tenendo conto di alcuni criteri: mantenimento delle strutture delle attuali circoscrizioni aggregandole semplicemente, 30.000 abitanti per ognuna in quanto questo prevede la nuova legge, esigenze comuni dei territori aggregati, struttura urbanistica della città.
Ho riflettuto su due alternative. Ipotesi A: aggregare le ciroscrizioni 3 e 4 (est), le circoscrizioni 5 e 6 (nord-ovest) e le circoscrizioni 1, 2 e 7 (circoscrizione centro-sud). Ipotesi B: aggregare le circoscrizioni 2, 3 e 4 (est), 6 e 7 (ovest), 1 e 5 (centro-nord). Sono diverse le proposte in campo e auspico che il mio piccolo contributo possa essere utile (contributo che per chi vuole ho analizzato più specificamente in un file che posso inviare via mail).
Vorrei solo consigliare, ma mi pare una posizione già fatta propria da diversi esponenti di entrambi gli schieramenti politici cittadini, di aggregare circoscrizioni e non di farne di completamente nuove: cerchiamo di salvaguardare le identità e le strutture dei quartieri storici della nostra splendida città e soprattutto di salvare i servizi da anni strutturati in città sulla base delle attuali circoscrizioni e che riorganizzare sulla base di altre circoscrizioni con confini strani sarebbe inutilmente costoso.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Enrico,
leggo sempre con piacere i tuoi interventi, ma sinceramente stavolta non posso concordare con quanto scrivi.
Che tu abbia argomentato le motivazioni che ti spingono a non approvare la decisione del nostro Governo è un discorso, ma addirittura aver "smontato" i presupposti mi pare eccessivo.
A mio parere nella nostra realtà le circoscrizioni si sono dimostrate un fallimento, almeno per quanto riguarda il mio periodo (breve, data l'età) di valutazione: spartizione di poltrone (poltroncine?), moltiplicazione delle riunioni senza potere decisionale, scarsa incisività sul territorio e costi che fatico a definire sproporzionati ai servizi resi.
Sarebbe bello fossero espressione ed esemplificazione della sussidiarietà, sana palestra politica, ma sono invece enti lontani dal territorio (il che è incredibile) e non mi pare nella nostra esperienza frequentati da baldi giovani.
Se si decentrassero i servizi e non le cariche, se si utilizzassero i fondi per dare alla cittadinanza sicurezza, assistenza, ascolto (poliziotti di quartiere e anagrafe decentrata, ma anche centri per giovani ed anziani e luoghi di ritrovo non dipendono certo dall'esistenza delle circoscrizioni), invece di tagliare tutto per mantenere possibili le spese della politica, allora ci sarebbe riformismo.
Buon lavoro.

Enrico Peroni ha detto...

Grazie per la risposta caro stefano. Ti rispondo per punti :)
1. quali costi? Me li sai indicare? E' un costo 11.200 euro in un mese oppure vale la pena spenderli per il lavoro che i consiglieri di circoscrizione fanno (prezioso per me, inutile per te)?
2. negli anni 70 le circoscrizioni sono nate per decentrare il potere e per dare maggiore DEMOCRAZIA ai cittadini. E' vero, il decentramento non ha funzionato molto bene, è inutile nasconderselo. Buttiamo via il bambino con l'acqua sporca? Io sinceramente sono per una democrazia partecipativa che parta dal basso. Questo è riformismo, come fanno già molte città in europa e in italia (vedi senigallia).
3. ci sono persone che per il cognome possono provare a puntare ad avere ruoli di prestigio senza farsi gavetta. Legittimo ma ci sono altre persone, senza avere una famiglia "bene" alle spalle, che vorrebbero fare gavetta politica ascoltando i problemi della gente e partendo dal proprio quartiere. La gavetta politica non si può piu' fare nei partiti, data anche la volontà di renderli fludi (quindi partiti di elite, di fatto). Dove farla quindi se si abita in una grande città e non in un piccolo comune? Nelle circoscrizioni, palestre per i giovani che non vengono dalla "vicenza bene" ma che vogliono contribuire a cambiare la città.
Scusami ma non credo sia poco.
:-D

Enrico Peroni ha detto...

vorrei sottolineare che il punto 3, dato che mi è stato detto da 2 amici possa dare adito a dubbi, non è riferito a nessuno in particolare.

Anonimo ha detto...

Se senti l'esigenza di esprimere un parere così deciso sui "cognomi illustri", significa che ci sono!
E allora perchè, come per i "poteri forti della città", non li fai questi nomi?
Se non ci sono, allora l'esigenza non è concreta, ergo non ha valore di arricchimento per la collettività, quindi non è buon motivo per mantenere le circoscrizioni.

Enrico Peroni ha detto...

Carissimo kaiser (ma poi, chi sei?):
1. ho voluto fare quella sottolineatura perchè dato che stavo rispondendo a stefano poteva essere un'accusa rivolta a lui. Cosa che non è assolutamente. Stefano è un amico che stimo e di cui condivido la gran parte delle idee e dei valori, nonchè la stessa appartenenza politica.
2. esistono i poteri forti, esistono i cognomi che vivono di rendita dal comportamento dei padri, esiste una "vicenza bene" arrogante. Non mi pare sensato, educato e giusto citare NOMI e COGNOMI. Quanto ai poteri forti credo siano facilmente individuabili, sono spesso gli stessi nelle varie città italiane, ossia una parte di confindustria.
3. il fatto che non dica chi sono le famiglie bene di vicenza non pregiudica l'argomentazione che i giovani che non appartengono all'elite sono avvantaggiati nel fare politica dall'attività nelle circoscrizioni per la gente e con la gente.

Anonimo ha detto...

Caro Enrico, ti ringrazio della (peraltro reciproca) stima.
Con tale presupposto, ed anche per tale presupposto, devo dire che continuo a dissentire.
1. Parlavo con un amico consigliere di circoscrizione di una certa esperienza, che mi indicava in 400000 euro il costo di un biennio di attività della circoscrizione. Tengo a sottolineare inoltre come io non abbia usato il termine "inutile" per qualificare il lavoro dei consiglieri di circoscrizione, come tu non hai usato "prezioso". Tu infatti indichi che essi "purtroppo su troppe cose danno solo pareri consultivi", pertanto credo si possa dire che io sottolineavo solo l'inutilità sostanziale che tu hai espresso.
2. quale fosse il motivo per cui sono nate le circoscrizioni, esse certo non possono dirsi luogo di democrazia e partecipazione. Le assemblee circoscrizionali sono deserte, a meno che non si parli del DalMolin, se vogliamo prevenire un'obiezione del tutto momentanea, e le persone non conoscono i propri consiglieri, che più che essere espressione della popolazione sono promanazione dei vertici politici e funzionali ad essi.
Io sono per una democrazia partecipativa e responsabile, in cui ci sia partecipazione almeno quanta coscienza e responsabilità almeno quanta concretezza. In tale sistema non vedo questo connubio e ritengo sarebbe più facile ottenerlo diminuendo le cariche elettive pubbliche e portando del personale qualificato e motivato con un sistema di incentivi ad operare per il decentramento, con un'attuazione concreta e non solo astratta e formale del principio di sussidiarietà che ha ispirato, anche se per altri motivi, la Comunità Europea.
Il primo passo avanti che dobbiamo fare noi giovani italiani per dirci Europei ed ambire a fare vero riformismo consiste comunque nel sancire la fine delle ideologie.
3. Qui devo darti ragione, possono essere le palestre per i giovani politici. Vedi Tosetto, Bonafede, Rucco, Milani, ecc.
Per fare quanto dici tu, per contribuire a cambiare la città, e ne sarei felice, i giovani (di spirito e apertura mentale prima che anagraficamente) devono per logica deduzione non essere promanazione dei predecessori, in un clima conservatore e autoreferenziale.
Buon lavoro,
Stefano

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e