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domenica 9 dicembre 2007

La libertà a Vicenza!

Vicenza è una città particolare. Esporta da sola il 3.5% dell'export nazionale, ha un numero di aziende per abitanti più alto di qualsiasi altra zona del paese e forse d'Europa, è parte di una delle zone più industrializzate del mondo eppure, nelle piccole cose, non sembra capace di essere nemmeno lontanamente liberale.
Essere liberali in Italia, d'altronde, è veramente difficile. Si spera qualche volta che lo sia di meno in una delle città più industrializzate, ricche, moderne del paese. Lo si spererebbe, guardando in modo oggettivo e distaccato, che lo fosse una città che è governata da una giunta il cui principale partito si rifà un giorno sì e l'altro pure alla libertà.
Eppure Vicenza non è liberale.
Innanzi tutto liberale non è il suo partito di maggioranza relativa, Forza Italia (o Partito delle Libertà...) che non esprime un progetto politico figlio della dottrina liberale. Nonostante il programma del 2001 che portò Berlusconi alla guida del paese, la rivoluzione liberista thatcheriana o reaganiana (che di per sè hanno dimostrato tutti i loro limiti intrinseci, di fatto uccidendo i valori di eguaglianza e solidarietà sull'altare dell'esaltazione di una libertà assoluta - peraltro ricondotta solo all'economia) non si è vista nemmeno con il binocolo.
Il centrodestra italiano è meno liberale (sia che lo si intenda come "liberal" che come "liberista) del Partito Democratico. Il centrodestra italiano è sicuramente meno liberale di tutti i partiti liberali e popolari in Europa Occidentale.
In secondo luogo la tradizione che ha portato allo sviluppo del territorio veneto e vicentino è basata sui legami familiari, sulla solidarietà "paesana", sul localismo, in un qualche modo sul cattolicesimo ma ha poco a che fare con lo sviluppo capitalista classico. Si può dire che il capitalismo veneto è nato e si è fortificato su principi che non necessariamente erano liberali e ancora oggi nella vita quotidiana, nelle "piccole cose" persistono questi principi non liberali (e per me assurdi).
Per questo motivo ci troviamo in una situazione paradossale: a Vicenza la libertà di esercitare una professione, di tenere aperto un negozio quanto, quando e come si vuole non ci sono.
Il tutto per motivazioni ideologiche o superato che non permettono in molti settori la creazione di un mercato concorrenziale che in ultima istanza porta alla possibilità di fornire più servizi a prezzi minori. Questa mia argomentazione è banale, lo so, e vi prometto (o cari lettori) che mi informerò con maggiore precisione nei prossimi giorni sulla situazione reale dei regolamenti comunali. Sicuramente questi regolamenti obbligano i parrucchieri a tenere chiuso tutte le domeniche, perchè "è il giorno del Signore", creando problemi e disservizi agli esercenti e ai clienti, i quali probabilmente sono interessati al servizio in sè e non al giorno in cui può essere fatto. Molte signore alla domenica mattina potrebbero farsi un taglio. Molti parrucchieri potrebbero quindi lanciare un servizio per la domenica mattina. Ne nascerebbe più concorrenza, meno evasione (perchè quando un servizio è vietato è possibile che venga fatto lo stesso, evadendo le tasse) e più servizi ai consumatori che potrebbero, se volessero, tagliarsi i capelli quasi tutti i giorni se i parrucchieri avessero orari diversi l'uno dall'altro. E' un esempio, ma credo renda. D'altronde quanti, più concretamente, non avrebbero piacere a trovare un Supermercato aperto alle 23.30 o alla Domenica (e non solo sotto Natale)? Molti...soprattutto tra i giovani e tra coloro che hanno potuto vivere in città più grandi dove questi servizi esistono (basta Padova...)
Questo è tipico di una città che non vuole o non riesce ad essere europea, nella quale i servizi pubblici, i temi della tutela ambientale e della viabilità, il tema della cultura e di una città vitale e last but NOT least il tema della libertà di apertura degli esercizi commerciali quando vogliono gli esercenti NON sono assolutamente considerato da un'amministrazione colpevole di essersi interessata a cavalcare paure o ad accontentare questo o quell'amico e non a lanciare Vicenza nel futuro. Questo spetterà al prossimo Sindaco, e speriamo che sia un po' più liberale ed europeo dell'attuale.

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