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mercoledì 30 maggio 2007

Nord chiama Prodi

Nemmeno un anno di governo ed è il tracollo. La coalizione di centrosinistra perde in tutto il nord, comprese alcune città ben amministrate come Verona ed Asti.
I dati sono sconfortanti e l'arretramento è pesante nelle città e nelle province. Piu' che analizzare i crudi numeri sarebbe però utile comprendere le ragioni di questo insuccessso.
Il nord, la parte piu produttiva e sviluppata del paese, dal quale sono venute tutte le proposte politiche, buone e meno buone, che hanno governato l'Italia, ha delle precise richieste sociali alle quali il governo non ha saputo rispondere. Il nord è, volenti o nolenti, il motore politico, economico e sociale del paese, il modello a cui si è sempre adattato il Sud del paese (è stato cosi per il fascismo, per la Dc, per il rafforzamento delle sinistre negli anni 70, per il PSI di Craxi, per il leghismo, per il progetto di Prodi).
Non a caso anche Piero Fassino, in un ormai fuggito momento di lucidità, disse che "ogni governo durevole si è fondato con una salda maggioranza nel lombardo-veneto".
Forse basterebbe fermarsi qui per spiegare il problema ma può essere utile addentrarsi in alcuni temi cari ai cittadini del nord: più sicurezza, controllo dell'immigrazione clandestina e modelli d'integrazione, il federalismo fiscale, meno tasse, piu infrastrutture e piu investimenti per la competitività delle imprese. In sostanza una serie di misure a cui Prodi, l'esecutivo e il Parlamento hanno risposto con metodologie e prassi che fanno a pugni con la cultura e le necessità dei cittadini del Nord.
La conseguenza è stata che questo centro-sinistra, nelle aree più produttive del paese, viene percepito come statalista ed assistenzialista, meridionalista, litigioso, confuso, incapace di portare avanti una legge.
Lo stato confusionale della "squadra dei 102" è evidente. Abbiamo ministri che in 3 mesi passano dalla semi-legalizzazione delle droghe leggere ai NAS davanti alle scuole. Abbiamo Premier che fanno proclami dall'estero per annunciare le proprie decisioni senza parlarne con l'esecutivo. Abbiamo altri ministri che ogni mattina chiedono un posto in piu per uno dei loro.
Tutto questo, sommato al fatto che sembra che i problemi siano solo "della sofferente Sicilia" e del "disperato Sud" hanno fatto imbestialire un elettorato di centrosinistra che non si capacita di un governo che non risponde ai problemi.
Il fatto politico, infatti, è che gli elettori di centrosinistra sono stati a casa. Questo dimostra che il nostro elettorato non riesce, fortunatamente, a votare il centrodestra (anche se in piccola parte si) ma semplicemente incrocia le braccia, sciopera.
Dobbiamo interrogarci, come sinistra, come Unione, come cittadini progressisti, su quali risposte dare alle esigenze dei cittadini lombardi, veneti, piemontesi, friulani ma anche liguri ed emiliani (se non ci fosse Berlusconi siamo sicuri che le rosse Emilia e Toscana rimarrebbero a sinistra?).
Per risolvere i problemi reali dei cittadini si dovrebbe cominciare ad attuare il federalismo concordando con le regioni le soluzioni (regionalismo differenziato, dal 1999 è sulla Costituzione), tagliare tasse e tassette inutili ma soprattutto servirebbe un chiaro messaggio liberale: meno lacci e lacciuoli per le aziende, più meritocrazia, più competitività, tagli ai tanti enti inutili, alle tante prebende e indennità inutili date al ceto politico, semplificazioni e sostanzialmente lotta ai costi della politica. Inoltre urge una risposta sul tema della sicurezza: le nostre città sono meno sicure e talvolta il pugno di ferra contro la criminalità di alcuni sindaco-sceriffo può sembrare assurdo ma è una soluzione.
Tutto questo è utile per poter rispondere alle esigenze del Nord, per riconquistare un feeling con l'elettorato ma allo stesso tempo fare questo permette di governare il mutamento sociale con uno sguardo a chi è più in difficoltà, con uno sguardo a sinistraò. E' importante perchè in questo modo si possono difendere alcuni principi come eguaglianza e tutela dei diritti delle minoranze, si può parlare di riformare il welfare, si può pensare a reagire al problema ambientale. La destra questo non lo fa e non lo farà mai.
Una risposta di destra ai problemi del Nord è una risposta debole in quanto razzista, incapace di ascoltare i cittadini, incapace di riformare il paese, come è stata evidente nei 5 anni di governo Berlusconi e negli oltre 10 di governo Galan in Veneto.
Non possiamo lasciare temi DI SINISTRA come il federalismo fiscale (si guardi il PSOE in Spagna), il benessere di tutti i cittadini (si legga LA SICUREZZA che colpisce sempre chi è più in difficoltà in una guerra tra poveri) e la lotta ai costi della politica e alle burocrazie alla destra italiana.
In tutto questo urge, come dico da sempre, un ricambio generazionale della classe dirigente della sinistra. I cittadini, giustamente, si arrabbiano a vedere persone che cambiano idee e rimangono negli stessi posti. Si guardi in questo senso alla vetusta e superata dirigenza diessina a livello locale e nazionale. E' una caratteristica solo italiana ma essere in 15 anni un partito comunista, socialdemocratico e democratico e non rinnovare la classe dirigente è una follia che giustamente viene puntualmente punita.
La sinistra se non vuole continuare nel proprio lento suicidio deve rinnovarsi in quanto a personalità, in quanto a modo in cui si comunica ma soprattutto in quanto a reali risposte nella prassi di governo. L'alternativa non c'è. Svegliamoci finchè si è in tempo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

parole sante enrico!Speriamo che qualcosa cambi...anche se ne dubito purtroppo...sia la destra che la sinistra hanno dimenticato la cosa più importante da fare e cioè ascoltare di più la gente e le problematiche comuni della vita di ogni giorno! Il nostro paese ha bisogno di rinnovamento in tutte le direzioni possibili, dal sociale all'economia ecc, ma finchè ci saranno sempre le stesse facce e sempre le stesse idee e persone così avanzate d'età, nn si avrà nessun progresso significativo... La politica per cambiare ha bisogno di nuove idee e di gente giovane, proprio come te...ti faccio un enorme in bocca al lupo e anche una raccomandazione, quella di essere sempre te stesso e di nn scendere mai a compromessi, ma porta avanti sempre le tue convinzioni anche quando la strada può essere difficile...un bacione grande da Anna

Enrico Peroni ha detto...

Carissima anna,
quando leggo parole come le tue mi emoziono e mi convinco sempre più che il mio impegno a qualcosa serve.
I punti che ho toccato nella mia analisi spero servano a qualcuno della classe politica che critico che malauguratamente passi per il mio Blog :D e soprattutto ai tanti giovani che come me, come te sognano un paese diverso, una politica piu' adatta ad interpretare i bisogni e le aspettative di quest'epoca.
Credo che l'obiettivo da porsi sia quello di riuscire, ognuno nel proprio ambito di interesse, ad essere massa critica e portatori d'interessi perchè le istanze di modernità accolte già nel resto d'Europa quali un nuovo welfare(vedi Labour Party), una PA più efficiente, il federalismo, la laicità dello Stato con ciò che comporta oggi divengano realtà.
Quella che indico è una linea progressista ma anche a destra un rinnovamento di idee e di persone sarebbe utile per rendere questo centrodestra italiano un po' meno clericofascista e un po' piu' liberale-conservatore sul modello della destra francese, tedesca, inglese.
Ognuno, ogni giovane auspico faccia capire alla coalizione o alle coalizioni che per cogliere il nostro consenso c'è bisogno di progetti innovativi ed europeisti e non "partiti nuovi" con la solita vecchia incancrenita classe dirigente(la si può ancora chiamare "dirigente"?).
Baci