Questo è il discoros che avrei voluto fare al Congresso Nazionale di Arcigay ma che non ho potuto fare per questioni di tempo.
Care e cari,
sono felice di poter partecipare a questa assise congressuale di Arcigay e di poter parlare a nome del gruppo GLBT di Vicenza Aletheia, che ho avuto l’onore di fondare con altri 6 amici a fine Ottobre dello scorso anno.
Un percorso denso di emozioni e di successi ha portato quello che oggi è il Comitato Promotore Arcigay per la Provincia di Vicenza a divenire un gruppo con una costante presenza di almeno 25 persone agli incontri del martedì, a progettare percorsi e aree tematiche di impegno. Un percorso nato sulla grande collaborazione ed unità di un direttivo-comitato fondatori coeso ed unito al proprio interno e che ha deciso di fare della massima trasparenza e del massimo confronto interni i propri vessilli.
Nel corso dei sette mesi di attività le nostre finalità sono state sostanzialmente quattro, già enunciate nella fondazione del nostro gruppo, ossia quella di essere un punto di ascolto e accoglienza, una sorgente di amicizia, un modo per confrontarsi e dibattere tra gay, lesbiche, trans e bisex della nostra provincia ed infine un modo per interfacciarsi con il tanto associazionismo vicentino e chiedere con forza alcune istanze politiche alle istituzioni.
Siamo quindi intervenuti a sostegno della realtà dei PACS alla padovana, abbiamo partecipato ad uno spettacolo teatrale nella giornata mondiale per la lotta all’AIDS, ci siamo documentati ed impegnati per confrontarci tra noi nella giornata mondiale per il ricordo delle vittime dell’Olocausto.
Istanze politiche che, quindi, molte volte erano le stesse che a livello nazionale Arcigay sosteneva, Arcigay lanciava, Arcigay progettava nei propri circoli territoriali. Fin da subito, infatti, abbiamo allacciato fruttuosi rapporti di collaborazione con gli amici del Circolo Tralaltro di Padova e del Circolo Pianeta Urano di Verona , e vorrei qui sottolineare e ringraziare persone che ci hanno dato una mano più volte come
Il nostro rapporto con Arcigay si è venuto così costruendo ma alcuni naturali dubbi sulla realtà associativa nazionale ci sono sorti in particolare relativamente alla questione dell’autonomia territoriale e della modalità di organizzazione dei circoli.
Ci siamo confrontati tra noi e con molti amici di tutta la penisola che sono parte o che hanno fatto parte di Arcigay. Pareri naturalmente discordi, come sempre provoca una grande e radicata organizzazione che ha ambiziosi obiettivi. Da questi pareri, infatti, abbiamo capito due cose molto importanti: Arcigay è veramente una realtà territorialmente forte, sviluppata, organizzata, organica; in secondo luogo abbiamo capito, come ci spiegò molto bene Aurelio Mancuso ancora a Dicembre del 2006, che divenire comitato promotore avrebbe significato solo ed esclusivamente vantaggi e modalità di comprensione della realtà associativa di Arcigay.
Per questo decidemmo di divenire il comitato promotore per la provincia di Vicenza, ratificando e rinnovando la decisione nel direttivo più volte.
Arcigay ci sta dando la possibilità di essere maggiormente visibili, di essere riconoscibili in un sistema associativo,quello vicentino, molto ricco, e di poterci relazionare con le istituzioni e le stesse altre associazioni in modo più semplice.
Nello stesso mese di Marzo partecipai ad una iniziativa dei giovani di Arcigay, in quel di Napoli. Un’esperienza entusiasmante ed importante, che oltre ad avermi fatto capire perfettamente, e qui parlo a titolo personale, della ricchezza e della bontà delle relazioni che vengono a nascere in una grande associazione e che permettono a tutti di essere arricchiti dall’esperienza altrui. In sostanza la rete di Arcigay si è dimostrata una grande forza di unione, di intelligenze, di conoscenze. L’entrare poi nelle mailing list nazionale e dei giovani mi ha fatto vedere quante siano, ogni giorno, ogni settimana, le iniziative che i Circoli Arcigay mettono in campo. Ho potuto prendere talune volte esempio, tal’altre comprendere quali erano e come erano stati costruiti alcuni progetti.
Tornando all’iniziativa di Napoli ricordo davvero un’esperienza utile e di progetto che mi è servita sia per conoscere che per proporre, un’esperienza assolutamente da ripetere, un’esperienza che ha prodotto un documento unitario dei giovani di Arcigay che ho volentieri firmato e al quale ho dato un mio piccolissimo contributo in termini di consigli. Un documento che apre una nuova frontiera, quella del rinnovamento. In un paese, quale è l’Italia, in cui una gerontocrazia soffocante e nemica dell’evoluzione culturale del paese si è da decenni insediata nei luoghi di comando della politica, dell’economia, della finanza, nella società mi pare importante che Arcigay stia lavorando in maniera decisa e importante verso da una parte il rinnovamento generazionale, dall’altra garantendo una continua attenzione alle tematiche giovanili nella propria agenda politica.
L’importanza non solo, inoltre, dei giovani ma dei gruppi giovani, è la base, la linfa per la costruzione dei gruppi dirigenti per le battaglie di domani (ma anche di un domani molto prossimo il più delle volte).
Non a caso, e qualche volta gli esempi contano più di mille parole, è stato il gruppo giovani di Padova a formare e a stimolare in me l’interesse per lanciare un gruppo GLBT a Vicenza. Ma dal gruppo giovani di Padova sono passati anche i fondatori dei recenti gruppi GLBT di Rovigo e Treviso.
In sostanza quella che definisco “la primavera veneta dell’associazionismo GLBT” nasce e si struttura sulla base di un impegno costante e decennale per i giovani di Arcigay Tralaltro Padova.
Questo più di ogni altra cosa fa comprendere l’importanza dei giovani per il futuro dell’impegno di Arcigay e del Movimento gay nel territorio e per le battaglie di civiltà che ogni giorno combattiamo.
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