Dopo i congressi dei Ds e della Margherita è chiaro che il nuovo progetto del centro-sinistra italiano, il Partito Democratico, diverrà in meno di un anno realtà.
Il PD sarà il partito nel quale si potrebbe finalmente realizzare l'unità del pensiero progressista-liberalsocialista, ora diviso in diverse formazioni, partiti, movimenti, associazioni. Questo pensiero potrebbe, inoltre, a rigor di logica, riuscire ad esserne la giusta sintesi politica.
Stiamo, infatti, costruendo un partito del riformismo italiano che sia capace di racchiudere socialdemocratici, liberal e cattolici democratici, creando una formazione politica nuova che faccia del dibattito la sua base e che non ponga, figlia della modernità quale è, principi assoluti e ideologie dominanti.
Quanto detto sono fatti abbastanza dibattuti, ma vorrei sottolinaeare le problematiche che stanno nascendo intorno alla formazione del Partito nuovo.
Il fondamentale problema politico è che il PD sarà fin dalla nascita incompiuto, qualora mancassero nel futuro partito tanti cittadini e movimenti riformisti.
L'area socialista democratica dello SDI, l'area diessina di sinistra di Fabio Mussi, Cesare Salvi e anche molti amici socialisti liberali e riformisti che non si sentono rappresentati dal Partito Democratico che ad oggi si sta costruendo e progettando.
Senza di loro mancherà un pezzo di riformismo, senza di loro mancherà un pezzo di Italia che dovrebbe stare nel Partito Nuovo, senza di loro inevitabilmente il PD sarà un partito piu' di centro e meno di sinistra, facendo slittare i liberalsocialisti, ossia coloro che potevano esserne la sana sintesi, a parte marginale.
Le criticità, le preoccupazioni che i riformisti che non verranno nel Partito Democratico sollevano sono spesso condivisibili.
Un partito delle tessere e degli eletti, un partito senza intellettualità,dibattito e ragionamento politico, un partito delle leadership vecchie e ancora arriviste e assatanate di poltrone, un partito senza contatto reale con la società, un partito dei poteri forti e per molti aspetti moderato, nel peggior senso possibile che questo termine può assumere (ci sono partiti moderati in Europa che sono centinaia di volte meglio della tragica descrizione di questo Partito Democratico).
Questo è il rischio che loro sottolineano, questo è il rischio evidente, ed è anche la paura che ho io.E' anche evidente che una parte della leadership diessina e una parte della leadership diellina hanno proprio l'intenzione di creare questo partito.
Sembra, inoltre, ci sia un progetto, da parte di un'area di destra presente nella Margherita, un'area confusa di post-radicali e scarti da parrocchia, facente capo all'ormai quasi detronizzato leader Francesco Rutelli, che punta sempre di piu' ad un altro, e ben peggiore, partito democratico. Un partito democratico con meno persone di sinistra possibile, al fine di averne il controllo politico ed ideale. In questo senso vanno i continui attacchi ai simboli e alle idee della sinistra diessina, postcomunista, socialista, liberal, a tutta la sinistra; in questo senso vanno i continui affondi contro laicità e diritti umani; in questo senso va anche l'attacco pretestuoso fatto a chi prova a modernizzare il paese con le liberalizzazioni come il Ministro Bersani. E nel frattempo la dirigenza diessina soffre di un assordante mutismo.
Il modo per contrastare questa deriva del grande progetto riformista che sta alla base del Partito Democratico viene, a mio modesto avviso, da un rinnovato impegno dei tantissimi uomini e delle tantissime donne che fino al 2005-2006 credevano in questa nuova idea, credevano nell'Ulivo di Romano Prodi che ha vinto le Europee, stravinto le Regionali, portato 4 milioni di cittadini a votare alle Primarie.
Quell'Ulivo amato da tanti cari amici, alcuni dei quali ora si troverebbero perfettamente dietro ad una frase che è eloquente nel sottolineare la disillusione: "Questo pd(RIGOROSAMENTE minuscolo) nasce come operazione di travaso, di vertice; è la più gigantesca operazione di salvataggio di un'élite politica".
Ecco, io condivido, come ho detto, molti di questi timori, ma non si può farsi rubare un sogno, quello di un grande partito del dibattito e della dialettica aperto alle forze migliori del paese, a tutte quelle forze progressiste e moderne che chiedono una voce unica, un modo nuovo di fare politica e di pensare politica, una dimensione politica atta a rappresentare la modernità.
Io in questo sogno ci credo e continuerò a combattere perchè divenga realtà, si manifesti in tutta la sua forza.
Sono anche convinto che ogni cittadino progressista che desisterà disilluso da molti dei nostri dirigenti sarà stato inequivocabilmente fregato da questi dirigenti, perchè sarà un uomo in meno per coloro che sognano il Partito Democratico dei Cittadini e della Modernità e ci sarà uno spazio in piu' per coloro che vogliono il partito democratico delle poltrone.
Mi sorge, però, spontanea una domanda da porre a questi uomini che vogliono creare un partito democratico delle poltrone, di centro e senza sinistra. Dove credono di poter recuperare voti, dove credono di poter creare il grande partito da 40%? Forse costoro credono gli italiani troppo stupidi, ma probabilmente gli stupidi potrebbero rivelarsi loro.
Questi due grandi problemi, strettamente correlati, ossia la mancanza di una grande fetta di riformisti nella progettazione del Partito Democrtatico e il tentativo di una parte delle dirigenze di fare un partito democratico senza anima e senza riformismo, stanno indebolendo il PD prima della sua nascita e stanno allontanando intelligenze da quello che è (ormai era?) il piu promettente progetto della sinistra italiana da 30 anni a questa parte.
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lunedì 2 aprile 2007
Un Partito Democratico della Modernità o un partito democratico delle poltrone?
Pubblicato da Enrico Peroni alle 22:40
Etichette: Analisi Politica
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4 commenti:
Credo che per giudicare seriamente bisogna attendere che il partito nasca, e soprattutto con che metodo. I militanti di DS e Margherita la loro l'hanno detta, ora molto spetta ai partiti. Se faranno le cose giuste, il partito non perderà pezzi e non sarà un partito delle poltrone, e sarà il grande partito riformista che serve all'Italia.
Io non son molto d'accordo a fare il partito democratico con quelli della Margherita. Il partito democratico dovrà essere una sintesi di partiti di centro-sinistra e non un tentativo di far risorgere una specie di nuova DC
Carissimo lux,
per me il partito democratico dovrà essere aperto a tutte le forze politiche riformiste di centro-sinistra. Una costituente progressista che coinvolga i socialisti, l'Italia dei Valori, i Repubblicani, i Radicali oltre che DS e DL.
L'obiettivo deve essere un partito nuovo capace di essere aperto alle molteplici necessità della modernità e quindi anche ad alcuni suoi contrasti.
Se l'obiettivo è rifare la DC,invece, sarei il primo ad andarmene e qualora me ne accorga farò proprio cosi'!
:)
La prossima tornata elettorale sicuramente vedrà il fallimento di questo progetto...Il PD si contraddice già dai primi passi...
Spero nella federazione di sinistra!
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