Documento a sostegno della mozione Fassino dei giovani vicentini
1. Un partito nuovo, che liberi le energie del paese.
In un momento difficile della storia di questo paese in cui vi è pochissima credibilità nelle istituzioni e nel sistema politico ed in cui lo scollamento reale tra cittadini e classi dirigenti è pericolosamente evidente, si pone la necessità di un partito nuovo, che sappia essere sintesi di diversi riformismi ma soprattutto che sappia porre due fondamentali questioni.
La prima è la necessità di ricreare un partito di massa, radicato nel territorio, che sia veicolo delle necessità reali della società e sia ambito di discussione, dibattito, confronto, dialettica vera.
La seconda è quella di aprire la società italiana alle nuove energie che sono soffocate dalla cosiddetta “gerontocrazia”, diffusa in tutti gli ambiti della società, da un sistema economico che necessita di essere liberalizzato e da un sistema politico incapace di ascoltare le problematiche concrete della società in cui viviamo.
2. Una storia che viene da lontano. L’idea della rivoluzione democratica.
L’idea di un partito democratico e ancor di più i valori e le basi programmatiche di questo partito non nascono di recente ma vengono da una storia lontana.
Indubbiamente nella Prima Repubblica furono diversi gli esponenti politici che cercarono di trovare convergenze tra aree politiche riformatrici.
Ne è un esempio Ugo La Malfa che più volte propose una federazione delle forze progressiste e che fu tra i primi ad aprire ad Enrico Berlinguer e al Partito Comunista Italiano a fine anni 70.
Un altro esempio è sicuramente Aldo Moro, un progressista che cercò di aprire il paese ad ampie convergenze per risolvere i problemi della società e che per questo motivo fu ucciso dalla follia omicida delle BR.
Senza alcun dubbio un vero riformatore fu anche Enrico Berlinguer interprete dell’esigenza di una politica pulita e di istituzioni sane.
I personaggi politici elencati hanno avuto storie politiche differenti e per la situazione politica internazionale e nazionale non poterono collaborare. Non possiamo nasconderci il fatto che furono anche veri avversari ma allo stesso tempo crediamo che le loro esperienze politiche siano inevitabilmente da tenere in considerazione per la costruzione di un progetto politico, il nostro, che vada al di là degli steccati del Novecento e non dimentichi il meglio che le forze politiche della Prima Repubblica hanno portato avanti.
Furono molti anche gli intellettuali che possiamo inquadrare in un’idea di riformismo moderna. Tra questi sono da citare e da ricordare Piero Gobetti, Norberto Bobbio ed Altiero Spinelli.
E’ interessante analizzare, per quel che concerne il rapporto tra cattolici e laici, dell’intellettuale Altiero Spinelli, il quale sosteneva che una vera forza che volesse unire i progressisti non poteva prescindere dai cattolici democratici, in quanto la divisione era situata, a suo parere, tra coloro che volevano innovare e coloro che volevano conservare lo stato delle cose, e non tra i cattolici e i laici.
E’, però, con la stagione del primo Ulivo che si comincia a formare anche nella Seconda Repubblica l’idea di un Partito Democratico, un partito che unifichi la sinistra riformatrice proveniente da diverse esperienze. Il successo del 1996 e poi la rinascita dopo la sconfitta del 2001 hanno alimentato, con il governo di molte realtà locali, con il dibattito, il confronto, la dialettica, un’idea d’Italia nel centro-sinistra ed è ormai evidente una positiva e reciproca contaminazione tra i partiti riformisti dell’Unione.
I valori di questo partito nuovo si possono individuare, però, anche da esperienze straniere. Il progetto del Presidente americano Kennedy fu un progetto di rivoluzione democratica su scala globale. Tale progetto poneva “la democrazia come valore universale non mai pienamente e definitivamente realizzato”, costantemente minacciato. Questo principio può essere applicato alla realtà del nostro paese, dove sono diverse e molteplici le forze che sviliscono ed indeboliscono il ruolo della democrazia, cercando di allontanare i cittadini dalla politica. Nell’idea kennedyana vi era poi una particolare attenzione allo sviluppo del terzo mondo, tema che sta diventando ad oggi decisivo sia in relazione al problema dell’inquinamento e dello sviluppo sostenibile, sia in relazione allo squilibrio economico Nord-Sud e alla conseguente gestione delle masse di migranti che giungono nei paesi europei.
3. Le necessità del nostro paese
Il Partito Democratico, coniugando in sé forze politiche ora divise, dovrà tendere a sconfiggere il particolarismo italiano, cercando una sintesi tra le diverse aree riformatrici di questa paese.
Una sintesi che auspichiamo permetta il raggiungimento di soluzioni importanti a costanti problemi della nostra società.
Crediamo in un Partito Democratico che sia laico, capace di mediare tra le diverse identità che lo comporranno.
Per noi laicità dello Stato significa la promulgazione di leggi che danno il diritto a tutti i cittadini di poter fare le loro scelte etiche e morali in piena libertà nel rispetto degli altri individui
Laicità significa non imporre un credo, un’idea, un modello di società a nessuno. Significa, invece, coesistenza tra diverse culture, che nell’atto pratico della formulazione di leggi che risolvano reali problemi della società non voglia imporre su tutti un modello di società di pochi.
Il Partito Democratico che vogliamo dovrà essere il partito delle donne, al fine di riuscire finalmente, nel nostro Paese, a dare spazi di responsabilità al genere femminile, nella politica come nell’economia e nella società tutta.
Crediamo in un Partito Democratico che si impegni affinché il paese sia capace di dare maggiori responsabilità ai cittadini, garantendo una semplificazione della pubblica amministrazione. A tal fine crediamo sia fondamentale una riforma della stessa PA.
Crediamo in un Partito Democratico capace di riformare le istituzioni del nostro Paese per garantire alla maggioranza eletta una maggiore semplicità nel governare. Per questo è fondamentale una riforma elettorale che favorisca il bipolarismo.
Crediamo in un Partito Democratico che metta al centro della propria azione un nuovo impegno per l’ambiente
Negli ultimi anni, infatti, si sta imponendo una nuova questione ambientale ed è ormai evidente che lo sviluppo economico non vi può più prescindere.
Questo è particolarmente evidente nella nostra regione, in cui si è assistito ad uno sviluppo economico non capace di considerare le conseguenze sull’ambiente.
Per questo si dovranno mettere al centro dell’azione politica tre fondamentali questioni.
La prima è lo sviluppo della ricerca di energie rinnovabili, come l’energia solare, eolica, geotermica.
La seconda è un impegno ad individuare ed incentivare campagne di raccolta differenziata, di risparmio energetico, di recupero di siti ambientali danneggiati.
La terza è il sostengo alla diffusione di una cultura dell’ambiente con specifici programmi nelle scuole, nel mondo del lavoro, tramite i mezzi di comunicazione di massa.
Crediamo in un Partito Democratico che proponga un modello di economia che sappia coniugare equità e libertà, perché garantire ai cittadini più opportunità significa tendere ad una maggiore giustizia sociale. Coniugare il principio socialista di giustizia sociale e quello liberale di libertà è una sfida affascinante, importante e decisiva per risolvere i problemi di una società sempre più segmentata, internazionale e dinamica.
Sono fondamentali in questo senso diverse misure, che il Governo Prodi ha già fatto o messo in cantiere. Il Partito Democratico dovrà essere il principale propulsore dell’azione governatrice di riforma della nostra economia.
Un primo passo sono le liberalizzazioni, fondamentali al fine di rendere la nostra società più aperta ai consumatori e alle loro esigenze.
In generale deve diventare decisivo snellire procedure e ostacoli al libero mercato, ed allo stesso tempo garantire gli anelli deboli della società garantendo una rete di sicurezza sociale adeguata alla società in cambiamento.
Crediamo in un Partito Democratico che si impegni per garantire un nuovo spazio e nuove risorse per i giovani.
Il Partito Democratico dovrà essere capace di svecchiare la società, di portare le energie delle nuove generazioni nella politica, nell’economia, nella società, nel mondo della cultura. Il nostro paese deve essere capace di investire sul proprio futuro, sostenendo nello studio e nel mondo del lavoro che cambia i giovani. Allo stesso tempo ci deve essere l’impegno a garantire strumenti e tecniche per far vivere in modo adeguato e possibile a noi giovani il mondo flessibile e globale del futuro.
Crediamo in un Partito Democratico che sappia far coniugare al nostro paese la propria dimensione internazionale con le proprie specificità locali.
La nuova via del Governo nella gestione degli impegni internazionali, ossia quella del multi-lateralismo, è un modello che unisce responsabilità internazionali e impegno per la pace. E’ il modello che noi giovani auspichiamo per l’Italia e per l’Europa di domani
L’Italia, infatti, è sempre stata uno dei motori più importanti per l’integrazione europea e i suoi cittadini sono sempre stati tra i più europeisti. Non dobbiamo perdere questa vocazione ed il Partito Democratico dovrà agire in questo senso nella gestione della Stato.
Allo stesso tempo le mille particolarità del nostro paese sono la vera forza per garantire ai cittadini preoccupati dalle sfide della globalizzazione un radicamento locale. Il Partito Democratico dovrà sempre più favorire la sussidiarietà, un federalismo solidale e, al proprio interno, dovrà darsi una struttura che favorisca l’emergere delle necessità dei territori.
Enrico Peroni, Responsabile Cittadino Sg Vicenza
Enrico Cappelletti, iscritto Ds
Luca Balzi, Segretario Cittadino Ds Vicenza e Consigliere Circoscrizione 4
Stefano Romani, Capogruppo Circoscrizione 3
Adolfo Bartolomei, Consigliere Circoscrizione 5
Cristina Mulinari, Capogruppo Circoscrizione 5
Fabio Dal Cortivo, Responsabile Lavoro Segreteria Regionale Sg
Giovanni Soliman, iscritto Sg
NUOVO SITO
Se volete leggermi o scrivermi vi prego di andare sul nuovo sito www.enricoperoni.it
domenica 25 marzo 2007
Un partito per i giovani del nuovo millennio
Pubblicato da Enrico Peroni alle 14:46
Etichette: Analisi Politica, Democratici di Sinistra, Sinistra Giovanile
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