Elenco 5 proposte per risolvere alla base il problema sicurezza, in maniera il meno possibile ideologica, evitando i toni populisti e da progrom dei media italiani.
1. Modificare il sistema penale italiano, introducendo forme di prigionia con lavoro obbligatorio, in modo che stando in prigione i detenuti non pesino sull'erario statale, non ci pesano!!. Si sto pensando ai lavori forzati. Il detenuto può scegliere tra un certo numero di anni di prigionia o un numero inferiore di anni di lavoro. In questo modo quando torna libero ha una professionalità e sarà meno probabile che delinqua.
Si può anche studiare un modo per il quale le prigioni, come negli States, divengano aziende private che concorrono con le altre. Hanno spese nel sostenere vitto e alloggio a queste persone ma ci guadagnano facendole lavorare.
2. Riformare il sistema di promozioni nelle forze di polizia, in modo che chi raggiunge i gradi superiori non ottenga automaticamente l'agognato posto dietro la scrivania promutamente pagato mentre i giovani, i neo-assunti e i gradi più inferiori stanno per le strade a combattere il crimine.
E' ora che l'assurdità tutta italiana di avere il piu alto numero di forze di polizia per abitante e allo stesso tempo poche forze di sicurezza fuori dalle caserme...FINISCA!
3. Garantire la certezza della pena con meno premi di buona condotta e maggiore rigore.
4. Privilegiare nei flussi migratori figure professionali qualificate. E' ora che si favorisca l'arrivo in maniera più massiccia di cittadini con titoli di studio più elevati rispetto a quelli con titoli di studio inferiori. Questo permette una più semplice integrazione e fornisce al paese una serie di menti in vari ambiti, tra cui quello fondamentale della ricerca.
E' chiaro che questo non significa bloccare completamente l'entrata dei cittadini migranti senza professionalità, capisco anche io che necessitiamo anche dell'operaio semplice e della badante, dato che gli italiani i lavori umili non li fanno più.
A riprova che quello che dico non me lo invento c'è il dato inequivocabile del Corriere Economia di oggi, che evidenzia come nell'Europa a 25 gli occupati stranieri in professioni qualificate sono il 43,7% a fronte di un 9,3% degli italiani. Inoltre i migranti laureati nell'UE sono quasi il 36%, in Italia poco più dell'11%.
E' ora di cominciare a scegliersi i flussi migratori di extracomunitari, con un sistema di quote (e con l'ovvio superamento della bossi-fini).
5. Studiare metodologie di inserimento per i migranti con corsi obbligatori (o per lo meno che prevedano incentivi per il migrante che li segue) di lingua e costumi italiani.
Se per i migranti con un profilo più elevato servono corsi di lingua e una base del nostro sistema, per i migranti con un'educazione minore servono anche corsi base su come si vive in un paese sviluppato. A noi sembrerà banale ma pagare una bolletta, andare alle riunioni condominali, fare la raccolta differenziata, fare un contratto di locazione, ecc... non sono cose semplici per tutti i cittadini stranieri che giungono da noi.
Per progettare questi corsi si necessitano, ovviamente, figure professionali adatte che devono essere individuate e in parte formate ed è necessario per lo meno studiarsi (e ammirare) i modelli che già funzionano, tipo quello svedese.
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lunedì 5 novembre 2007
Sicurezza: populismo o proposte concrete... apriamo un dibattito!
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2 commenti:
che bravo il nostro enrichetto..
Caro Enrico,
gli argomenti che tocchi sono molto interessanti.
Se rispetto al punto 1 ho qualche perplessità solo legata al sistema statunitense ed alla privatizzazione in genere di servizi che ritengo solo lo Stato possa gestire con le necessarie garanzie (e figurati...), lo spunto della riforma dei compiti delle forze dell'ordine è fondamentale.
Il punto 3 sinceramente non l'ho capito.
Ma soprattutto trovo interessanti gli ultimi 2 punti, da discutere: vero è che i soggetti più istruiti dovrebbero in teoria integrarsi di più, ma ciò dipende molto anche da altri fattori (cultura di provenienza, religione, presenza di un gruppo forte fra gli altri). Si deve tenere conto anche di questi fattori per impostare le quote di ingresso in Italia? Venendo poi allo sviluppo della ricerca, non credo sia bloccata in Italia dalla mancanza di cervelli (nel caso, stranieri), ma dalla mancanza di fondi, dato che i nostri bravissimi e moltissimi ricercatori devono fuggire dalla ricerca e contribuire a formare il 36% di emigranti in Europa(quando non vanno negli USA), alla "ricerca" di salari adeguati alla preparazione.
Cosa intendi poi per sistema di quote? La legge Bossi Fini, che conterrebbe dei buoni principi ma di contro è una legge monca e inservibile, oltre che foriera di necessaria irregolarità e quindi di criminalità, prevede il sistema delle quote, come prevede l'ingresso privilegiato per le professionalità elevate.
Riguardo al punto 5, la riforma della legge sull'immigrazione prevede una sorta di bonus per l'immigrato che segua corsi di lingua italiana e la legge attuale già prevede accordi bilaterali con vari Paesi per facilitare l'arrivo di immigrati formati sulla nostra cultura.Ma non servono a molto, funzionano meglio i volontari che insegnano l'italiano o i servizi (purtroppo cancellati) di orientamento del Comune, in generale i servizi sul territorio. Ed i mediatori culturali ci sono, a Padova ad esempio.
Ti scrivo questo perchè trovo utile ragionare criticamente su di una questione che ha una attualità superiore a quella percepita, per quanto strano ciò sembri.
Io ritengo vi siano altri aspetti fondamentali, e fra gli altri: non si considerano negli arrivi di immigrati quanti arrivano per ricongiungimento familiare (e sono moltissimi) e che da poco possono arrivare per ricongiungimento del ricongiunto, a catena; non si tiene conto che non tutte le culture hanno vissuto un periodo simile al nostro illuminismo e non si caratterizzano quindi come "laiche" in senso non solo religioso; non si considerano i costi sociali che nell'i"importare" manodopera a bassa esigenza (se non minore costo) gli imprenditori scaricano sulla società.
A presto, Stefano
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