Questione di rispetto

Ds e Margherita si avviano a costruire un partito unitario ma da più parti gli esponenti e gli iscritti diellini sembrano preoccupati di perdere la propria identità, di diventare "socialisti", di diventare "laici", di non essere più "cattolici".
Mi sorprende certe volte sentire queste parole, sentire questi interventi, perchè sono chiaramente senza senso e senza base se si vuole fare qualcosa di nuovo.
Io, diessino, so che non sarò più in un partito completamente socialista ma un diellino deve rendersi conto che non sarà più in un partito(in realtà non lo è già ora) completamente cattolico.
Questo significa che se si deve fare una mediazione tra differenti punti di vista in questo nuovo grande progetto non possono essere tutte mediazioni al ribasso, regali alla Margherita sia in termini di valori che in termini di spazio politico.
Due esempi su tutto: questione PACS e questione droghe leggere. In entrambi i casi si parte da due posizioni: DS favorevoli, DL tendenzialmente contrari. Si arriva ai DS che mediano, si limitano, evitano di proporre, si spengono e i DL che anzi alzano la posta.
Non è possibile che il futuro Partito Democratico divenga il partito di chi ha più rendita di potere, di chi riesce a relazionarsi meglio con le lobby di potere(in questo caso la Chiesa). Deve invece essere un partito che deve rimettere al centro della politica italiana la questione di partiti politici che abbiano un collegamento con le istituzioni e fare questo tramite riforme istituzionali e liberali. Abdicare a questo ruolo e fare un'operazione di vertice non interessa ne a me ne agli italiani, abdicare al ruolo di partito del dialogo e della mediazione anche nel tema dei diritti civili significa perdere il contatto con le necessità e le richieste profonde della società, perdere il contatto con il tempo, mentire sul proprio progressismo. E, quindi, o un partito nuovo del dialogo e del contatto con la gente o niente.