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mercoledì 8 novembre 2006

Il vero pensiero di Zapatero

Il 15 Ottobre Zapatero diceva: "Prima vengono i valori, i principi democratici, i diritti della persona, l’eguaglianza, il rispetto della diversità, poi viene il sociale. Quando hai una società consapevole dei principi democratici puoi spiegare alla gente il valore del welfare, che costa molto denaro. La gente capisce e accetta i costi".
Noi siamo usi non avere ne principi democratici ne welfare.Ma egualmente tasse alte xke metà paese non le paga(non parlo soltanto di sud/nord , ma anche di certe categorie).
In teoria si può tradurre il Zapateropensiero dicendo che se dai maggiore libertà( liberal- ),di conseguenza potrai impegnarti perchè ci sia più equità e giustizia sociale(socialismo).
In sostanza prima liberalizzare le categorie, riformare la PA, il sistema pensionistico, il sistema scolastico, dare diritti civili, distinguere chiaramente nella prassi e nella teoria ciò che è pubblico e privato(privatizzando e mettendo in regime concorrentizio i vari ambiti che non lo sono e rendendo chiaramente pubbliche le cose che si vogliono tenere pubbliche, ossia, x me, acqua-istruzione-sanità), attuare un federalismo che redistribuisca le risorse a chi paga le tasse in un determinato luogo e garantisca maggiori competenze agli enti locali, combattere l'evasione fiscale e poi pensare al welfare.
Perchè un welfare su delle insicure basi economiche e su uno stato piu feudale che capitalista non regge e nn reggerà mai.
Signori il tanto esaltato Zapatero non è un rivoluzionario ma nè piu nè meno che un liberalsocialista, in Italia però ci sono i cattocomunisti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"Ho usato il termine di “socialismo libertario” in un discorso che feci nel 2000, subito dopo la mia nomina alla carica di segretario generale del Psoe. Con quella espressione intendevo provocare una discussione e mettere l’accento su ciò che rappresentava per me l’idea di un socialismo moderno, ovvero un socialismo dei cittadini, un socialismo che contiene la libertà nel cuore del suo progetto. Un socialismo in cui l’estensione della democrazia, delle libertà individuali, occupa un ruolo centrale. Sta in questo la sua potenza trasformatrice.

La sinistra, storicamente, sorge e concentra tutto il suo progetto sui temi economici e sociali, e nel come costruire un’alternativa a ciò che abbiamo conosciuto come capitalismo. Ma si disinteressa completamente del come organizzare politicamente la società, del come scrivere da sinistra il racconto della democrazia. E il racconto da sinistra della democrazia implica di forgiare cittadini forti, di estendere i diritti e le libertà individuali, di fomentare la diversità. Si tratta di una idea che è già presente nelle origini del socialismo.

Io non sono diventato socialista per edificare una società nella quale tutti gli individui vengano sottomessi allo stato e lo stato diventi il padrone di tutto soffocando la libertà delle persone. Io sono diventato socialista con l’idea di dare alla luce una società in cui tutti i cittadini siano liberi, nella quale nessun uomo – e nessuna donna, aggiungo ora – sua l’ombra di un altro uomo. Per questo obbiettivo sono diventato socialista. E credo profondamente che se c’è un pensiero che pone al suo centro l’ideale della libertà umana, quel pensiero è il socialismo.

Questo paese, quando gli hanno permesso di essere libero, quando non gli hanno imposto un particolare ordine morale, quando gli hanno consentito di aprirsi al mondo, ha fatto grandi passi in avanti in ogni settore. E la gente in Spagna sa che la libertà, che i diritti implicano progresso, giustizia e maggiore benessere. La nostra esperienza è molto chiara.

Per me, la prima regola morale in politica è la coerenza, essere conseguenti con i propri ideali e con i propri principi. Dico di più: attuare in modo coerente con i principi è la migliore strategia, nel medio e nel lungo periodo.

Tony Blair ha operato un importante rinnovamento del laburismo britannico. Un rinnovamento che ho studiato e apprezzato. Mi sembrano importanti, molte delle sue idee mi paiono esportabili. Per esempio la difesa di un’economia di mercato aperta e competitiva, con un bilancio dello stato equilibrato, senza deficit cronici. O anche la considerazione che la sicurezza dei cittadini è propria della sinistra, dato che le principali vittime della delinquenza sono le classi medie e popolari. In molte questioni sono vicino a Blair. Il mio socialismo non è il vecchio socialismo, e cioè, per dirlo in inglese, del “tax and spend”, ovvero della spesa pubblica illimitata con l’aumento delle tasse che ciò comporta. Il mio socialismo non è neppure quello di uno stato con molte imprese pubbliche in settori nei quali l’iniziativa privata ottiene migliori risultati. E neppure sono favorevole a un governo che interferisce nella vita quotidiana delle imprese. Credo che vadano stabilite regole del gioco chiare e trasparenti per le imprese e che occorra realizzare una rigorosa gestione finanziaria del bilancio statale. Bene, io mi sento vicino a questa filosofia generale del nuovo laburismo, la cosiddetta “terza vita” cui anche Bill Clinton ha dato impulso tra i democratici degli Stati Uniti.

Naturalmente ci sono anche delle differenze tra me e Blair. Io sono più europeista, credo fermamente nella necessità di una vera Europa politica e istituzionale, ma forse questo si deve al fatto che lui è britannico e io spagnolo. E mi sembra anche che il mio governo sia più avanzato sulle questioni relative ai diritti civili, collocando più chiaramente l’ampliamento dei diritti e delle libertà dei cittadini nel cuore della politica di sinistra. Più in generale, per quanto riguarda altre questioni, ho un’eccellente relazione con Blair ed entrambi condividiamo la necessità di collocare al centro dell’agenda europea temi come la lotta al terrorismo, il controllo dell’immigrazione illegale e il miglioramento della produttività dell’economia." (José Luis Zapatero)