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domenica 27 gennaio 2008

Giornata della Memoria 2008

Ricordare, ricordare, ricordare. Sarebbe questo il messaggio che dovrebbe essere dato oggi, 27 gennaio 2008, nel nostro paese e nel mondo.
Riflettere sul significato delle persecuzioni del nazionalsocialismo durante e prima della II guerra Mondiale potrebbe sembrare ad alcuni anacronistico.
Ricordare, invece, serve perchè valori come eguaglianza, libertà, rispetto del diverso, che stanno alla base della società occidentale contemporanea, è facile vengano dilapidati, in momenti di crisi, per seguire il cosiddetto "uomo forte". Lo si è visto con il fascismo, lo si è visto con il nazionalsocialismo, lo si vede oggi con i trionfi (per fortuna momentanei) di movimenti populisti, razzisti ed intolleranti (Lega Nord, Vlaams Block, Front National, List Pym Fortuyn, Nazionaldemokratische Partei, Lega delle famiglie polacche, ecc...).

In secondo luogo sono tanti i luoghi nel mondo in cui elementari diritti umani non sono rispettati. I campi di concentramento del nazismo si sono rivisti negli anni 90 in Ex-Jugoslavia, ci sono ancora oggi in troppi paesi dell'Africa e dell'Asia e ci sono stati nei regimi sudamericani degli anni 60 e 70 (Argentina e Cile sono i casi più eclatanti). Pensiamo, comunque, che oggi sta per scoppiare una guerra etnica in Kenya, che è in atto una guerra civile in Pakistan, che in Birmania
non ci sono diritti elementari... Per non parlare di Ruanda, Burundi, Ex-Zaire.
Meritano, infine, un discorso a parte i paesi in cui è stata instaurata, ufficialmente o di fatto, la sharia islamica. In questi paesi uno dei gruppi più discriminati dalla Germania Nazista, gli omosessuali, vengono tuttora uccisi per il semplice fatto di esprimere il proprio NATURALE orientamento sessuale.

E proprio dell'homocaust vorrei parlare qui. Ieri e venerdì sono stato al Liceo Quadri a parlare di questa terribile vicenda storica, presentando il chiarissimo e scioccante documentario Paragrafo 175, che racconta le vicende di 7 omosessuali che erano stati nei campi di concentramento nazisti e che erano ancora vivi nel 1999. Il film nel 2000 ha vinto l'orso d'oro come miglior film-documentario al Festival di Berlino.

Il nazionalsocialismo si era posto l'obiettivo di ripulire la razza ariana dall'omosessualità. Una decisione nata dalla volontà di creare un popolo pronto a marciare e conquistare l'intero continente, un popolo che doveva fare figli, figli, figli. L'omosessualità era, quindi, un pericolo e veniva vista come una malattia che si sarebbe potuta diffondere.
La cosa folle e pazzesca è che la Germania pre-nazista era il paese al mondo, all'epoca, in cui era più diffusa la vita gay. La Berlino anni 20 aveva diversi locali gay e lesbici, esistevano pubblicazioni e libri, vi erano associazioni che si battevano per l'abolizione del paragrafo 175. Questo articolo del codice penale tedesco, fino all'arrivo del nazismo in realtà poco applicato, prevedeva il carcere per il "reato di omosessualità". Puniva l'atto sessuale compiuto tra due uomini.
All'arrivo del Nazismo, però, la società aperta e tollerante nei confronti degli omosessuali, sparì. In un mese la vita gay e lesbica di Berlino non esisteva più. Nel 1935 il paragrafo venne inasprito particolarmente: bastava un pettegolezzo per essere arrestati, non venivano più puniti solo gli atti ma anche il desiderio, semplici parole, gesti, atteggiamenti che riconducessero all'omosessualità. Si era in una situazione per la quale, come in generale fece il nazismo, la libertà del singolo veniva limitata in modo assoluto, annullata non solo negli aspetti esteriori ma anche nel profondo dell'anima. Un uomo doveva donarsi al Fuhrer e allo stato nazista, limitando i propri desideri, le proprie passioni, la propria umanità, la propria natura.
Il Nazismo prevedeva per gli omosessuali la cosiddetta rieducazione, ossia esperimenti scientifici efferati e per i più il campo di concentramento.
Dal 1935 al 1945 10000-15000 "triangolo rosa" vennero uccisi a Dachau, Birkenau, Auschwitz, ecc... . E', comunque, una cifra in difetto in quanto in questo numero non sono ricompresi gli omosessuali che erano anche ebrei o testimoni di geova e che quindi non venivano classificati, nei campi di concentramento, come gay. Inoltre l'omosessualità femminile non era ufficialmente perseguitata perchè sostanzialmente non veniva nemmeno considerata possibile. Le lesbiche, in realtà abbastanza, incarcerate e portate nei campi di concentramento, avevano un triangolo nero, ossia erano considerate persone asociali come le prostitute, i malati mentali, i tossicodipendenti.

La cosa veramente vergognosa e sconvolgente è che finito il nazismo gli omosessuali furono gli unici a cui non venne riconosciuto alcun indennizzo e riconoscimento formale da parte dello stato tedesco. Anzi molti omosessuali sopravvisuti vennero semplicemente spostati in carceri dello stato tedesco in quanto formalmente erano come altri criminali comuni.
Il paragrafo 175 fu tolto in Germania Ovest sono nel 1969 e nell'est nel 1968.
Lo stato tedesco, grazie anche al film sopra citato, riconoscerà agli omosessuali che erano stati nei campi di concentramento ed erano ancora vivi un indennizzo nel 2001 mentre l'anno seguente il parlamento tedesco chiese ufficialmente scusa alla comunità omosessuale.

Ricordare l'homocaust oggi serve per non abbassare le luci sulle tante discriminazioni contro gli omosessuali in tutto il mondo. Sono 70 i paesi in cui è presente un articolo che prevede ammende, pene fisiche o carcerazione per i rapporti tra due persone dello stesso sesso.
Sono 7,invece, i paesi in cui essere omosessuali vuol dire morire: Mauritania,Nigeria, Sudan, Yemen, Arabia Saudita, Iran e Afghanistan.

Alcuni link utili:
La pagina di Arcigay nazionale sull'homocaust
La pagina di Arcigay milano sull'homocaust
Il comunicato stampa di Aletheia
Il comunicato dei giovani democratici di vicenza

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