Poco prima che Gianfranco Fini partisse all'attacco contro Berlusconi, contro leggi elettorali che premiano i partiti maggiori (mentre fino a pochi mesi fa sosteneva con Di Pietro il referendum), contro partiti unici del campo conservatore, più di qualcuno mi aveva detto "Fini è all'angolo".
Effettivamente il politico emiliano si trova, in questa fase di cambiamento del sistema politico e partitico del paese, escluso da possibili nuovi giochi.
Casini ha, grazie alla famiglia Caltagirone, i soldi per giocare una partita in proprio, ha le capacità per divenire il leader di una forza politica che sia determinante per qualsiasi coalizione ( o quasi...).
Berlusconi ha deciso di lanciare qualcuno che non è Gianfranco Fini a proprio successore. Pensa a persone del nord del paese, pensa forse a Letizia Moratti.
La Lega Nord gioca un ruolo di peso determinante, è garantita per ora da Berlusconi ma potrebbe passare a sostenere un governo di centrosinsitra con Udc e Pd in versione riformatrice.
In tutto questo Alleanza Nazionale si trova isolata. Fini ancor di più dei suoi colonnelli che possono riciclarsi come fedeli berluscones o post-berluscones. Non può giocare un ruolo centrale per la posizione di destra del proprio partito. Non può giocare un ruolo in una coalizione che non c'è più e che con il sistema politico che verrà, basato sul proporzionale.
In un certo senso il futuro è un vicolo cieco per AN e il suo leader: entrare nel PDL, divenirne un leader di secondo piano, sostenere il berluscones di turno alla carica di Premier e doversi sedere accanto, in coalizione, con gente come i tanti odiati Storace e Giovanardi...
Le alternative sono sciocche o deprimenti per il partito della destra italiana. Da una parte c'è la possibilità, che vedo ardua, di coalizzarsi con Casini per gareggiare a destra con Berlusconi e magari pareggiare e chiedere a questo la presidenza del consiglio. Che, comunque, sarebbe per Pierferdinando, che ci metterebbe i soldi. L'altra possibilità è quella di un partito isolato, che se entra nella compagine di governo vi entra con un peso marginale, ancora minore di quello che avrebbe se entrasse nel PDL berlusconiano.
In sostanza il fatto che Berlusconi non voglia più Fini come successore ha messo la parola fine alle reali possibilità per Gianfranco di divenire leader della coalizione conservatrice del paese. Potrebbe anche provare ad entrare nel PDL, a fare un partito con Casini, a lanciarsi in solitaria ma alla fine se andrà al governo vi andrò come secondo (se non terzo).
L'eccesivo protagonismo di oggi è dovuto al fatto che Fini si vede bloccato. Ma questa è una conferma del fatto che rimarrà un eterno secondo.
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domenica 16 dicembre 2007
Fini all'angolo?
Pubblicato da Enrico Peroni alle 22:58
Etichette: Analisi Politica
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6 commenti:
non male come analisi.
Di certo Fini un po' di paura c'e' l'ha e si vede.
Ma non credo che sia all'angolo.
Non quanto Berlusconi...
In effetti Berlusconi cade sempre in piedi, secondo me poi punta al Referendum per far tornare tutti sotto di lui.... pena..la sconfitta.
Fini non è riuscito a liberarsi del capo...
Il secondo anonimo sono io: danny
Ti ho risposto sul mio blog. Quando vuoi, io non sono soltanto un tipo da provocazioni.
Tra l'altro, il lavoro che abbiamo fatto te lo può confermare Marco Taietta. Anzi, al proposito, ho fatto gli auguri a lui, li faccio anche a te per il coordinamento del Veneto.
Marco Taietta l'ho sentito poche ore fa a proposito della commissione valori dei giovani democratici veneti ^_^
Vi conoscete per la comune esperienza in GDM?
No, ci conosciamo praticamente da inizio dicembre nell'ambito della scuola di formazione dei Giovani per il Pd dell'Emilia Romagna. Lui faceva parte della delegazione del Veneto e io ero il responsabile formazione dei GdM.
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