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martedì 26 giugno 2007

Lettera d'addio ai Ds

Per Daniela Sbrollini, Segretaria Provinciale Ds Vicenza

E p.c. Alessandro Naccarato, Segretario Regionale Ds Veneto

Cara Daniela,

intendo con questa mia lettera ufficializzare la decisione già esplicitata nella Direzione Provinciale in data 11 Giugno 2007, nella quale asserivo la mia volontà di dimettermi dalla Direzione Provinciale e Cittadina dei Democratici di Sinistra, oltre a non voler rinnovare la tessera per l’anno 2007. La decisione viene dopo un’attenta riflessione sulla situazione politica a livello nazionale e locale, che di seguito riporterò in breve.

E' evidente lo stato comatoso in cui si trova la costituzione del PD oggi. Un progetto ambizioso si è trasformato in un'operazione in cui le classi dirigenti dei Ds e della Margherita si stanno semplicemente producendo in una fastidiosa e mirabolante operazione di travaso, di vertice, una gigantesca operazione di salvataggio della propria posizione. Un'operazione necessaria a queste "classi dirigenti" data la evidente crisi di consenso dovuta da una parte ad un’azione governativa troppo poco riformatrice e dall’altra dal fatto che sono le stesse classi dirigenti del Partito Comunista Italiano e della Democrazia Cristiana di 20 anni fa. Ho già avuto modo di asserire che i cittadini sono stufi di essere all’opposto rispetto all’Europa: là cambiano le persone e rimangono le stesse idee politiche, qui rimangono gli stessi vetusti dirigenti da decenni e gli stessi cambiano le proprie idee politiche. La coerenza, mi dispiace se nei Ds e nei Dl qualcuno non se ne accorge, è un valore per molti cittadini. In sostanza, ad oggi, quel progetto di PD che mi aveva emozionato e mi aveva prodotto passione politica, quell’idea di partito del dibattito e della dialettica aperto alle forze migliori del paese, a tutte quelle forze progressiste e moderne che chiedono una voce unica, un modo nuovo di fare politica e di pensare politica, una dimensione politica atta a rappresentare la modernità.

Auspico, ovviamente, vi sia una svolta nel processo costituente del Partito Democratico, progetto a cui ho creduto e credo. Questa svolta presuppone il porre alcune questioni al centro dell’azione del partito nuovo.
Questioni di metodo quali il rinnovamento generazionale e qualitativo delle classi dirigenti, il rispetto dei cittadini e degli iscritti nella loro interezza, un progetto inclusivo e non esclusivo, l’abbandono di pratiche elitarie e autocelebrative, l’avvio di studi sulla comunicazione e sulle reali necessità sociali dei cittadini, evitando di andare al traino del centrodestra su diverse questioni locali.

Questioni di merito quali:

  1. laicità e diritti civili avanzati;
  2. ambiente, ormai questione morale in quanto non possiamo continuare a giocare con il futuro dei nostri figli;
  3. politica economica volta a considerare come prioritari metodi meritocratici contro il tanto diffuso clientelismo e le ancora tante raccomandazioni(basta ad un’Italia dove contano di più le conoscenza e non la conoscenza), alla lotta alle troppe corporazioni che bloccano il sistema, allo sviluppo di un capitalismo sano, all’attenzione ad un mercato del lavoro giustamente flessibile ma nel quale creare nuove condizioni di sicurezza sociale e un nuovo welfare moderno ed europeo (sull’esempio del New Labour blairiano);
  4. la riforma della Pubblica Amministrazione;
  5. maggior rispetto e attenzione ai fenomeni sociali e alle richieste di maggior decentramento di poteri, quindi il federalismo come prassi nelle scelte di amministrazione locale.

Studierò attentamente l’evoluzione del progetto politico del PD (oltre all'evoluzione della Costituente Socialista) e nel caso questo soddisfi le necessità che ho indicato in questa lettera la mia posizione potrà essere riconsiderata con l’adesione al nuovo partito.


Un abbraccio

Enrico Peroni


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravo Enrico,finalmente!
Mi dispiace solo non aver letto un accenno alla tua chiara posizione Venetista.......

Enrico Peroni ha detto...

Caro ambrosini,
grazie.
Il mio è stato un lungo percorso, dovuto anche al fatto che ogni uscita da un progetto politico, x quanto debole mi appaia ora il progetto diessino degli ultimi 3 anni, è faticosa. Io nei Ds ci ho creduto, nel percorso verso il Pd ci credetti. Ho dato a questo partito sentimenti, speranze, progettualità, parte della mia vita.
Relativamente alla questione venetista sai come la penso e a breve pubblicherò un articolo sulle mie posizioni relativamente al popolo veneto. Non c'entrava, però, quasi nulla con la mia uscita dai Democratici di Sinistra.
Ero, infatti, venetista anche dentro i Ds e lo rimango oggi che ne sono fuori.
Un abbraccio
Enrico